SISTEMI ATLANTICI IN SUCCESSIONE Le perturbazioni si sono riappropriate del Mediterraneo: l’uso del plurale non è affatto casuale, in quanto l’ammasso nuvoloso che attualmente ricopre quasi tutta l’Italia sarà seguito da altri assalti perturbati, che condizioneranno pesantemente il meteo per i prossimi giorni. Trattandosi di sistemi perturbati convogliati da una circolazione nord-atlantica, il clima non è affatto freddo, sebbene le temperature seguano un andamento un po’ altalenante, dettato dalle ondulazioni perturbate, che vengono precedute da venti più temperati e umidi e seguiti da aria un po’ più fresca.
Solo un breve intervallo separa la perturbazione, ora sui mari italiani, da quella che si sta avvicinando alle coste atlantiche europee e, manco a farlo apposta, il bacino del Mediterraneo sarà la sede privilegiata pronta ad accogliere il nuovo impulso instabile. Le perturbazioni si trovano tremendamente a proprio agio sul Mare Nostrum, la culla perfetta fra gli elastici dell’alta pressione delle Azzorre ad ovest ed un ostinato anticiclone di blocco sui settori più orientali dell’Europa e sulla Russia, ove porta tepore davvero fuori stagione con temperature particolarmente elevate in Turchia.
L’Italia è strattonata in pieno dal fronte perturbato e non potrebbe essere altrimenti, data la posizione del perno della ciclogenesi tra la Corsica ed il Mar Ligure. Correnti tiepide meridionali sono risalite con il fronte piovoso sul Nord Italia, innescando così condizioni ideali per piogge a tratti forti e incessanti, specie a ridosso delle zone alpine. Nevica in montagna, ma in generale solo sul Piemonte l’intensità dei fenomeni, unita all’intrusione d’aria fredda in quota, ha permesso ai fiocchi di neve di cadere a quote prossime ai 1000 metri.
Sono rapidamente tornati ad aumentare i livelli dei fiumi in Veneto, specie sul vicentino: eppure le piogge sono piuttosto deboli con riferimento alla pianura, ma il discorso cambia decisamente sulle zone pedemontane e prealpine, ove il flusso sciroccale fa scaricare sui versanti esposti tanta pioggia (effetto stau). Gli apporti preoccupanti per i corsi d’acqua derivano peraltro anche dalla quota neve piuttosto elevata sulle aree montuose alpine e, più in generale, perché il terreno fatica a riuscire ad assorbire altra acqua, dopo la grande alluvione avvenuta ad inizio mese.