In queste festività natalizie l’anticiclone ha guadagnato molto terreno sull’Europa Continentale, andando gradualmente ad abbracciare anche l’Italia ad iniziare dal Settentrione. Una vasta cintura di questo predominio anticiclonico occupa così ora buona parte del comparto centro-meridionale europeo (massimi barici in corrispondenza dell’Arco Alpino) e le depressioni atlantiche trovano la strada sbarrata, costrette a scorrere ad alte latitudini. In questo modo non c’è proprio spazio, almeno momentaneamente, per nuove intrusioni artiche degne di nota: il grande gelo non c’è nemmeno sulle nazioni nordiche e bisognerà attendere ormai gennaio per sperare in grandi scossoni che possano determinare fasi invernali importanti.
La vecchia evoluzione ciclonica che avevamo lasciato proprio sul nostro Paese, all’origine delle nevicate natalizie in Appennino, si è andata ad isolare sul Nord Africa, non più alimentata dalle ingerenze fredde di matrice balcanica. Quest’area di bassa pressione, il cui perno si è andato a posizionare sull’entroterra algero-tunisino, resta ancora piuttosto vivace ed attiva: lo sbilanciamento dell’anticiclone sul cuore centrale del Continente contribuisce a tenere il vortice bloccato tra la parte bassa del Mediterraneo Centrale ed il Nord Africa.
L’influenza pur marginale di questo vortice instabile si è fatta sentire soprattutto sulle due Isole Maggiori: piovaschi hanno interessato alcune zone orientali e meridionali della Sardegna, mentre sono risultate più diffuse ed organizzate le piogge in Sicilia, grazie alla posizione più ravvicinata alla circolazione perturbata. I forti venti orientali hanno esaltato il maltempo sulle zone orientali, dove piove con persistenza ed in modo anche abbondante come nel siracusano, dove si sono registrate punte di oltre 100 millimetri nelle ultime 24 ore.