Il vortice colmo d’aria fredda ed instabile, responsabile del forte maltempo dei giorni scorsi sull’Italia, si è ora spostato col centro motore sull’Austria, attratto verso nord da un nuovo parziale affondo ciclonico (saccatura), coadiuvato da aria artica, sceso dalle latitudini scandinave. Stante l’attuale configurazione, questa ferita perturbata non è certo destinata a ricomporsi presto ed il contrasto fra l’aria fredda scandinava con quella più calda afromediterranea va ad alimentare il vasto fronte nuvoloso, che ora appare più organizzato tra la Germania, la Polonia e le zone alpine.
Sul cuore dell’Europa si è così accentuato il maltempo, con temperature calate ben sotto le medie del periodo. In Germania e Polonia le temperature diurne con molta difficoltà sono riuscite a sfiorare i 10 gradi, mentre viceversa in Ucraina e sulla Russia Meridionale si superano agevolmente i 25 gradi (punte di 28-30 gradi), per l’afflusso dell’aria calda in risalita dal Mediterraneo Orientale.
L’influenza del vortice ciclonico europeo si è evidentemente fatta sentire anche sull’Italia, ma senza più il maltempo che ha imperato fino a ieri sulle regioni settentrionali, tanto che in alcune aree del Piemonte si sono superati, in 3 giorni, i 200 millimetri di pioggia. In compenso, si è avuta una marcata instabilità più attiva al Nord e sulle regioni tirreniche, stante il definitivo afflusso di correnti da ovest-sud/ovest, che hanno scalzato il precedente afflusso sciroccale anche dalle estreme regioni meridionali. La nuvolosità a tratti minacciosa e le precipitazioni a macchia di leopardo fanno permanere l’allerta non solo per i grandi fiumi (in primis il Po), ma anche per i Laghi, soprattutto quelli della Lombardia che localmente hanno toccato dei massimi storici per il periodo: il lago di Como, di cui vediamo una panoramica nell’immagine in basso, è cresciuto fino a 112 centimetri, livello che lo porta ad sondare in Piazza Cavour.
Il flusso d’aria più fredda da ovest ha fatto tornare la neve sulla dorsale settentrionale appenninica: fiocchi di neve con accumulo si sono visti, fino a quote attorno ai 1500 metri, sia sull’Appennino Ligure che su quello Tosco-Emiliano.