Sul vicino Atlantico osserviamo due vortici depressionari, entrambi collegati alla saccatura che ha riportato il maltempo sull’Ovest Europa: un primo perno ciclonico si trova posizionato a sud dell’Irlanda, mentre la seconda più profonda area di bassa pressione (misurati valori barici di ben 959 hPa) è quella collocata tra la Scozia e l’Islanda. Un minimo barico così profondo non può che comportare elevati gradienti barici, con burrasche di vento decisamente forti in alcune zone della Gran Bretagna e sulle coste norvegesi.
Una tale potenza ciclonica ha fatto scaturire una serie di perturbazioni che, nel loro spostamento verso levante, si trovano certo un osso duro nell’anticiclone continentale che abbraccia la parte centro-orientale dell’Europa. Due sistemi perturbati stanno ora colpendo i territori europei: la prima è che quella che sta attraversando le medie-alte latitudini, distendendosi tra la Francia e la Norvegia, mentre la seconda più organizzata e minacciosa si muove dalla Penisola Iberica verso il Mediterraneo Occidentale.
Non è un’impresa affatto agevole per le perturbazioni riuscire ad avanzare verso est, a causa dell’ostinato anticiclone più ad oriente. Il respiro più temperato dell’atlantico si sovrappone al richiamo ancor più tiepido meridionale, sul bordo orientale dell’intera struttura depressionaria, che ha raggiunto parte del Centro Europa, facendo aumentare non poco la temperatura, con punte prossime ai 20 gradi in Polonia e Germania. Ben diversa la situazione sulle estreme zone settentrionali europee, con clima molto rigido sul nord della Penisola Scandinava, fra i settori settentrionali finlandesi e la Lapponia norvegese.
Le propaggini più avanzate dei due sistemi perturbati citati in precedenza, che in parte collimano fra loro, già ricoprono i cieli del Nord-Ovest, anche se le resistenze anticicloniche stanno in tutti i modi cercando di sfilacciare questi assalti nuvolosi. Tuttavia, la penetrazione perturbata decisa sul Mediterraneo Occidentale sta determinando una caduta barica a precipizio, peraltro alla base di un sostenuto richiamo di correnti più umide e calde sciroccali che investiranno presto l’intera Penisola.
Una prima linea temporalesca si avvicina dalle coste antistanti il Golfo del Leone, ma a tutto il resto ci penserà lo Scirocco che esalterà inevitabilmente il maltempo sul Nord Italia, a causa dello sbarramento orografico alpino ed appenninico (Liguria) che costringerà le masse d’aria molto umida a sollevarsi e condensare ulteriori precipitazioni sui versanti sopravvento. Lo scenario resterà bloccato per l’intero Ponte d’Ognissanti, rappresentando di sicuro un pericolo marcato per elevate precipitazioni: la quota neve in rialzo non farà altro che aumentare il rischio idrogeologico, in quello che è un periodo notoriamente a forte rischio per le situazioni alluvionali già avute in passato.