Inizia ad invecchiare la struttura anticiclonica che da qualche giorno si è insediata sull’Europa Centro-Occidentale e sull’Italia: al momento il dominio anticiclonico è ancora fortissimo dalla Scandinavia fino al Mediterraneo Centrale, con cieli in prevalenza sgombri da nubi significative. Si inizia comunque a restringere il raggio d’azione di questo scudo anticiclonico, sempre più stretto ai fianchi e non più alimentato dalla spinta del contributo stabilizzante di matrice azzorriana. Lungo il bordo orientale della figura di alta pressione, un nuovo impulso freddo sta scivolando sulle nazioni baltiche, mentre si va nettamente indebolendo anche il lato occidentale dell’anticiclone, a causa di un insidioso mulinello instabile che ha messo radici sulla Penisola Iberica.
Il piccolo vortice presente sulla Spagna, pilotato da un’ondulazione ciclonica nord-atlantica, sta premendo verso levante e gradualmente si avvicinerà ai mari occidentali italiani, facilitando quel graduale ed annunciato cedimento barico che inizierà a movimentare il meteo nel week-end. In attesa del cambiamento, la grandezza di quest’anticiclone ha ormai raggiunto la fase culminante con un gran sole di stampo tipicamente primaverile un po’ su tutta l’Italia, un tepore davvero eccessivo per questo periodo. Le eccezioni al contesto assolato sono legate unicamente alle nubi basse marittime (che hanno reso grigi i cieli su alcune zone costiere), anch’esse una conseguenza della persistenza del campo d’alta pressione che comporta subsidenza e progressivo accumulo d’umidità nei bassi strati.
Le temperature sono ulteriormente aumentate sull’intero Paese: picchi di caldo anomalo di nuovo sul Nord Italia pur in assenza di evidenti effetti favonici, con punte di 24 gradi a Bolzano e 23° a Torino. Valori molto elevati anche in montagna: Monte Cimone ha raggiunto la temperatura massima di +11.2°C, eguagliando il record mensile del 12 marzo 1990 e superando il record decadale di +10.6°C del 4 marzo 1967. A proposito di record decadali, in diverse altre località, specie sulla Toscana, si sono misurati nella giornata di giovedì i picchi maggiori mai registrati, anche se ormai sta diventando sempre più una prassi quella delle ondate di caldo fuori stagione all’inizio della primavera.