La modifica della circolazione su scala europea appare ora decisamente evidente, con la discesa di un nocciolo ciclonico molto profondo ben individuabile sulla nazioni baltiche. La saccatura polare è ben alimentata da un fiume artico, che ritroviamo in discesa dal Mare di Norvegia verso la Germania, in tutte quelle aree contraddistinte da nuvolaglia a ciottolato. Rammentiamo che la discesa artica è favorita dal possente scudo anticiclonico sul Vicino Atlantico, la cui porzione meridionale protegge in maniera efficace la Penisola Iberica, unica area europea che appare priva di nubi significative con clima peraltro piuttosto mite.
L’intrusione artica sta portando masse d’aria particolarmente fredde in quota, ma decisamente meno rigide nei bassi strati come quelle continentali che hanno dominato nell’ultimo periodo di stagnazione anticiclonica. Le temperature, pur aumentate, restano in genere sottozero, pur non eccessivamente, con nevicate fino in pianura tra Polonia, Germania, Danimarca e nazioni danubiane. Il gelo resta ancora molto intenso sull’estremo nord/est dell’Europa, sulla Finlandia e sulla Russia: sulla foto vediamo gli scenari letteralmente “agghiaccianti” di qualche giorno fa sulla Polonia (zona di Novi Sacz), dove le temperature sono scese fino a 30 gradi al di sotto dello zero.
Un primo sistema frontale, derivante dalla nuova saccatura polare in discesa sull’Europa, ha scavalcato le Alpi fin dalle prime ore di questa mattina, lasciando principalmente le precipitazioni sui versanti esteri esposti al flusso settentrionale, con foehn che si è attivato sulle vallate delle regioni italiane del Nord-Ovest, apportando una netta ripresa delle temperature massime odierne dopo una nottata di gelo. Clima invece ancora rigido, anche in pieno giorno, tra il Nord-Est e l’entroterra toscano, ove ricordiamo che sono cadute nevicate fino a quote molto basse: in basso lo scenario di ieri mattina sull’entroterra volterrese.