L’anticiclone africano giganteggia sull’Europa Mediterranea, occupando vaste porzioni delle nazioni centrali e soprattutto i settori balcanici. Una saccatura atlantica, legata ad un mulinello ciclonico posizionato ad ovest dell’Irlanda, preme sulla parte occidentale del Continente, dando vita ad una dura battaglia rispetto al muro anticiclonico presente più ad est. La situazione evolve molto lentamente, con la saccatura sostanzialmente incapace di scalfire la corazza anticiclonica che si è radicata con forza sul bacino del Mediterraneo.
Il canale di contrasti più vivi, quello laddove confluiscono masse d’aria d’estrazione diversa, si estende dal Golfo di Biscaglia verso la Danimarca: è qui che si fronteggiano gli aliti caldi sub-tropicali con le correnti più fresche oceaniche. Devastanti temporali si sono abbattuti in Belgio, causando localmente forti disagi, mentre nelle ultime ore le celle temporalesche più organizzate interessano la Germania, con fenomeni intensi sull’Assia e che in precedenza hanno coinvolto anche la zona di Berlino.
Il grande caldo resta in primo piano e non risparmia praticamente nessuna zona d’Italia: rispetto agli ultimi giorni i picchi si sono leggermente ridimensionati su alcune aree fra cui la Toscana dove Firenze, dopo aver raggiunto e superato i 40 gradi, si deve accontentare di soli 38 gradi dividendo la palma di città più calda d’Italia con Bologna e Perugia. Caldo eclatante anche nelle località di montagna, con punte localmente di oltre 30 gradi a 1000 metri d’altezza, ma almeno in quota il clima è reso leggermente più sopportabile dall’aria più secca rispetto all’afa che invece affligge le zone costiere e la Pianura Padana.