Un’onda notevolissima d’aria calda in quota, portata da un anticiclone di matrice sub-tropicale oceanica, si sta manifestando con particolare enfasi su gran parte dell’Italia, e la conseguenza è che si stanno frantumando una serie notevole di record termici.
Appena ieri il centro motore dell’Anticiclone era posizionato sulla Penisola Iberica, ove è stata una giornata di autentica primavera, specie sul sud della Spagna, ove si sono raggiunti picchi di temperatura di quasi 25 gradi.
Ma quest’oggi in Italia si stanno superando anche i valori notevolissimi fatti registrare in Spagna, e vediamo di capirne i motivi, che dipendono essenzialmente da fattori orografici.
L’espansione dinamica dell’Anticiclone caldo in rigonfiamento verso nord-est ha fatto in modo di creare una sorta di promontorio al suolo verso parte dell’Europa centrale, in particolare sulle zone immediatamente Oltralpe, creando così i presupposti per un forte gradiente barico fra i due versanti Alpini.
Tale differenza barica è alle base dello sviluppo d’intense correnti nord-occidentali, che discendendo dalle Alpi hanno raggiunto fondovalle e alcune zone di pianura della Valpadana, dando luogo ai cosiddetti venti di foehn..
In considerazione del fatto che si tratta di aria già in partenza assai tiepida (origine sub-tropicale oceanica), è noto che una volta scavalcato il versante Alpino sopravvento, l’aria discende velocemente sul versante sottovento, dando luogo ad un’eccedenza termica anche notevole rispetto al versante opposto.
In dettaglio, durante la salita la temperatura dell’aria subisce un raffreddamento adiabatico, mediamente di 1°C ogni 100 m. Ad una certa altezza l’aria in ascesa, raffreddandosi, raggiunge il limite di condensazione, con la formazione di nubi e precipitazioni.
Attraverso questo fenomeno (calore latente di condensazione) il raffreddamento adiabatico viene quindi ridotto a circa 0.5°C ogni 100 m di salita. Durante la discesa sull’altro versante avviene invece un riscaldamento in media di 1°C ogni 100 m di perdita di quota fin dall’avvio, con la cosiddetta compressione adiabatica.
Dunque il ruolo delle Alpi è assai rilevante nell’attuale rilevazione di temperature clamorosamente alte specie su Piemonte, Emilia e Liguria. In molti casi si stanno stabilendo record, a conferma che non è certo un evento nella norma, a prescindere dal fatto del foehn, che sulla Valpadana non è certo inusuale.
Il Piemonte è in prima linea, e sul Cuneese si sono raggiunte temperature da capogiro pur accompagnate da tassi d’umidità bassissimi, sicuramente dei nuovi record che abbattono i precedenti.
A Cuneo si sono raggiunti quasi 28 gradi, a Brossasco (sempre nel Cuneese), a quote collinari, si sono toccati ben +29,4°C, contro una media massime prevista in questo periodo di appena +3°C. Anche Torino fa registrare ben 25 gradi (record di Gennaio), e su alcune aree appena ad est del capoluogo si sono raggiunti i 27 gradi.
Tra le stazioni del servizio regionale che hanno rilevato temperature sorprendentemente alte, poichè su livelli tipicamente estive, vi sono anche quelle dislocate in località montane: ad esempio a San Damiano Macra (CN), a 1095 metri di quota, le strumentazioni stanno misurando una massima in corso di ben 25 gradi!
Caldo da record anche in Liguria, specie sulle zone di entroterra delle Alpi marittime, ove i seguenti sono dei record, almeno degli ultimi 25 anni: sul Colle Belenda, a ben 1350 metri, la temperatura è incollata a 22 gradi, e Passo Ghimbegna, a oltre 900 metri, sfiora ben 24 gradi!
Impennate termiche non di poco conto anche in Emilia, con 22 gradi a Sasso Marconi, vicino Bologna, 23 gradi a Parma, 24 gradi a Piacenza. Le principali città della Lombardia, fra cui Milano, si sono invece attestate su valori intorno ai 20-21 gradi, comunque superiori rispetto alle temperature dell’evento di venerdì scorso.
Nel contempo il caldo non risparmia nemmeno l’Italia centrale, specie il versante Adriatico, ove anche qui l’effetto dei venti occidentali “in caduta” dall’Appennino è molto evidente, con ben 23 gradi all’aeroporto di Ancona Falconara.
Caldo più contenuto sul resto d’Italia ed anche in Sardegna, ove il protagonista è il vento di maestrale che in alcune zone soffia con raffiche ad oltre 100 km/h. Ci teniamo a sottolineare che i forti venti in azione sull’isola, oltre che su aree Alpine e Prealpine, non hanno nessun legame con la tempesta che ieri ha seminato panico e distruzione su vari paesi del nord Europa.
In conclusione, cronaca di una giornata realmente storica che entra nel libro dei record, nonostante l’attenzione di tutti sia rivolta su un cambiamento netto delle condizioni meteo atteso nel corso della prossima settimana, con associata fenomenologia anche nevosa. Se sarà così come alcune mappe indicano, il tracollo termico sarà davvero enorme, e non solo sull’Italia settentrionale.
Approfondimenti sul caldo record in Piemonte seguiranno nel corso delle prossime ore, a cura della Redazione del Meteo Giornale.