Le infiltrazioni d’aria più fresca e instabile di provenienza sono riuscite nel loro intento, già peraltro manifestato da diverso tempo: il bollente alito nord-africano è stato infatti scalzato dall’Italia, ma anche da buona parte del Continente Europeo. Non si tratta comunque di una rinfrescata in grande stile, ma solo di condizioni climatiche più accettabili, ma pur sempre con temperature che stentano a riportarsi entro i giusti binari della norma stagionale.
Gli spifferi instabili di natura atlantica si sono insinuati fin sull’Europa Carpatico-Danubiana, sollecitando pertanto un’accentuazione dell’instabilità, ma nel contempo da ovest si è fatto decisamente avanti l’anticiclone delle Azzorre, responsabile del bel tempo su tutte le nazioni occidentali dell’Europa (ad esclusione delle Isole Britanniche) e parte di quelle centrali, come l’Olanda, il Belgio, la Danimarca e la Germania.
Che fine ha fatto la bolla sahariana? Si è letteralmente sgonfiata: questa dinamica è stata favorita dallo sblocco della circolazione nord-atlantica, senza più quell’insistita azione ciclonica costantemente confinata sull’Europa Nord-Occidentale. Il caldo anticiclone nord-africano ha riparato quindi verso latitudini più consone, arretrando verso ovest: solo la Penisola Iberica risente di caldo abbastanza pronunciato, con punte di 37-38 gradi in Andalusia e sulla zona di Madrid. Più ad oriente, resta davvero rovente il clima sull’Ucraina e su parte della Russia, dove si è misurato qualche picco di temperatura non lontano dai 40 gradi.
La coda dell’instabilità in atto su diverse zone dell’Europa Orientale sta lambendo il Sud Italia, con effetti più incisivi sulla Puglia, ove diversi fenomeni temporaleschi si sono manifestati già fra la nottata ed il primo mattino odierno. Non si tratta dunque di un’atmosfera semplicemente “irrequieta”, ma del vero e proprio transito di una linea instabile che in precedenza aveva interessato le restanti zone adriatiche e soprattutto il Triveneto (forti temporali nella notte fra sabato e domenica.
Al momento i nuclei temporaleschi, a seguito del riscaldamento solare, risultano più attivi a ridosso delle zone interne montuose di Lucania, Cilento e Calabria, ma non mancano episodici sconfinamenti verso le coste, favoriti dalle vivaci correnti settentrionali in quota. Sul resto d’Italia la cumulogenesi, pur presente, non sta dando luogo per il momento a fenomeni temporaleschi particolarmente degni di nota.