CLIMA COCENTE – Anticiclone africano sempre assoluto protagonista sulla scena europea, anche se ha abbassato il proprio baricentro rispetto a quanto accaduto nell’ultima settimana (ecco le anomalie termiche degli ultimi 7 giorni). Ora la lingua d’aria rovente sub-tropicale si protende dal Marocco verso la Penisola Iberica, il sud della Francia e l’Italia, ma in parte anche su parte delle aree balcanico-danubiane. Il caldo è quindi tornato su livelli davvero esagerati in Spagna, basti pensare che su Cordoba la colonnina di mercurio ha sfiorato i 45 gradi. Superati di poco i 40 gradi anche sulla capitale Madrid, mentre invece sulla Francia il picco più elevato si è misurato a Carpentras con circa 38 gradi. Le perturbazioni atlantiche le vediamo invece transitare sul Nord Europa, con qualche sconfinamento sulle nazioni centrali dove è sopraggiunta aria un po’ più fresca a spodestare in parte la bolla africana (ieri stabilito record assoluto nazionale di caldo in Germania).
CAPPA DI CALDO AFOSO SULL’ITALIA – Nemmeno la nostra Penisola è stata risparmiata dalla grande calura, che come previsto, si è ulteriormente intensificata con massimi effetti al Centro-Nord. Le temperature hanno toccato punte di 38-39 gradi in alcune località, anche in Val Padana specie sulla pianura emiliana. Quel che preme sottolineare sono però gli elevatissimi tassi d’umidità, in raffronto a temperature peraltro così elevate: gli indici di calore sono così schizzati alle stelle e proprio su Ferrara, una delle città più calde, la percezione termica per il nostro organismo è stata addirittura a tratti superiore ai 50 gradi (45 gradi percepiti anche sul milanese, leggi qui). Bisogna tornare indietro al 2003 per situazioni simili. Non si trova sollievo in montagna e nemmeno sulle coste: in queste ultime, a fronte di temperature più basse, l’aria è risultata ancor più satura d’umidità, e solo le brezze hanno reso l’aria leggermente più respirabile.
ISOLATI TEMPORALI DI CALORE – Nonostante l’imponente anticiclone africano, qualche nucleo temporalesco è riuscito lo stesso a formarsi seppure in modo isolato sul tratto appenninico umbro-laziale, ma anche su Dolomiti e zone alpine orientali, favorito dal fortissimo riscaldamento diurno.