EUROPA DIVISA Il ripristino del promontorio anticiclonico sul Vicino Atlantico ha annullato le correnti miti oceaniche, le quali avevano dominato, solamente sui settori occidentali europei ed in parte fin sul nostro Paese, a cavallo fra gli ultimi giorni del 2010 ed il Capodanno. Ne ha subito approfittato quel serbatoio d’aria gelida, continuamente presente sul comparto baltico-scandinavo, per tornare ad espandersi verso sud ed al tempo stesso dilagare verso ovest.
La retrogressione fredda verso il Mediterraneo Centrale è tutt’altro che incisiva, in quanto un’ala dell’anticiclone oceanico si è immediatamente estesa verso l’Europa Occidentale ed il comparto alpino, limitando così l’ingerenza del freddo che sta entrando in parte attenuato e con i maggiori effetti in montagna e sulle regioni adriatiche. I maggiori contrasti interessano le nazioni balcaniche, ove entrano in conflitto masse d’aria diverse determinando situazioni favorevoli a precipitazioni nevose.
Non essendosi attivato nessun rilevante regime ciclonico, ben poche dunque sono le conseguenze in atto sull’Italia a seguito del parziale ingresso del freddo da est. Una lieve depressione agisce sui mari meridionali, ove maggiori sono i disturbi nuvolosi con qualche sporadica precipitazione che non è mancata nemmeno lungo il medio versante adriatico e, nelle ore mattutine, sull’Emilia Romagna.
L’aspetto più significativo, legato all’ingresso dell’aria fredda, trova riscontro nel rimescolamento delle masse d’aria nei bassi strati, con conseguente dissipazione di nubi basse e nebbie che in precedenza, con il ristagno anticiclonico, interessavano diverse zone del Centro-Nord. L’alta pressione stagnante non era insomma sinonimo del bel tempo: il repulisti da parte dell’aria fredda ha portato rasserenamenti ampi su gran parte del Settentrione, ma non sul Nord-Ovest ove l’aria mantiene ancora delle caratteristiche al momento più umide.