Vogliamo oggi proporre un’analisi (la terza per la precisione) al nuovo modello WMC, testandone un’efficacia già parsa ottimale nel corso dei precedenti editoriali. Per far ciò abbiamo optato per la giornata di domenica 18 dicembre, nella quale si dovrebbe assistere ad repentino calo termico ad opera di sostenute correnti settentrionali.
Tralasciando i più blasonati colleghi europei e transoceanici, valutiamo ciò che viene proposto per le ore 00 di domenica prossima, analizzando le strutture bariche presenti sul comparto europeo alla quota di riferimento di 500 hPa, laddove ci vengono appunto proposti geopotenziali e temperature. Quel che si evince chiaramente e senza particolari sforzi è la presenza di un vasto vortice depressionario polare che dalla Penisola Scandinava si allunga verso Sudest, addirittura in prossimità della Grecia e Turchia. Dal nostro punto di vista è importante sottolineare il parziale interessamento dell’Italia, segnatamente il Nord e tutto il lato Adriatico, con i settori tirrenici maggiormente protetti dall’espansione occidentale dell’alta pressione delle Azzorre (attore protagonista nella formazione della configurazione in fase di descrizione) ma non per questo al di fuori del sensibile raffreddamento previsto.
Se si osservano geopotenziali e temperature è possibile osservare dei valori notevoli, con una -40 che pare avvicinarsi sensibilmente alle regioni Nord orientali. Ma per poter valutare con dovizia tecnica il possibile raffreddamento, non si può certo prescindere dalla carta relativa alle temperature previste alla quota di riferimento di 850 hPa (riferite sempre alla medesima ora del 18 dicembre). Appare evidente il poderoso raffreddamento che andrà ad interessare tutto lo stivale, in modo particolare (almeno in questa prima fase) il Centro Nord. Su quest’ultimo sono previsti addirittura valori pari a – 10, mentre la -8 e la -6 sembrano volersi spingere almeno fin verso il basso Lazio e la Sardegna.