In questo articolo spieghiamo – brevemente – cos’è un vulcano, e vi parliamo di quei mastodontici vulcani più pericolosi al mondo.
Partiamo con una breve spiegazione. Vulcano: cos’è? Non è altro che una struttura geologica complessa, generata all’interno della crosta terrestre. Contiene la lava, ovvero il magma dopo aver perso tutti i gas, quindi si riferisce alla roccia allo stato fuso, che fuoriesce da un vulcano durante un’eruzione.
I vulcani sono pericolosissimi, e parecchi esperti lo confermano. Centinaia di scienziati stanno dietro ai pochi vulcani attivi, per controllarli e magari prevedere un supporto in caso di eruzione. I vulcani vengono solitamente classificati in VEI, che sta per Indice di Esplosività Vulcanica.
Ma vediamo meglio con qualche esempio di cosa si tratta. Partiamo dai più “piccoli”, come il Soufrière Hills, a Montserrat. Si trova a 914 metri di altitudine, nell’isola caraibica. Ha un VEI pari a 3/8. Cosa vuol dire? Il VEI va da 0 a 8, quindi da “non esplosiva” a “mega colossale”, di conseguenza 3/8 è “catastrofica”. Ogni vulcano ha la propria classificazione e un periodo di eruzione, e in questo caso la classificazione è eruzione vulcanica, mentre il periodo di eruzione è mensile. Fece danni in passato, nel 1995, devastando Playmouth, la capitale dell’isola.
Ma di grandi vulcani ne siamo pieni, anche in Italia. Esempio ne è il Vesuvio, che ha una storia dietro, dove nel 79 d.c. ingoiò Pompei intera. Si trova in una “zona rossa”, poiché prende 25 comuni e 800mila persone. Ha un VEI di 5/8, quindi classificazione Pliniana Parossistica, ed un periodo di eruzione tra i 10 e i 100 anni.
In Italia però c’è anche l’Etna, storico vulcano tra i più famosi in quanto vanta due primati, ovvero quello del Vulcano più Esteso d’Europa e con la più lunga eruzione del XX secolo. Tra le più lunghe c’è quella del 1991, che durò 473 giorni, mentre nel ’69 devastò Catania, seppellendola. Ha un VEI di 2/8, con eruzione giornaliera, e una classificazione stromboliana, esplosiva.
Per tutti i danni fatti, ci sono però dei vulcani più colossali, come il Krakatoa in Indonesia, che vanta un’eruzione nel 1883 he causò la distruzione di 165 villaggi con 36.000 vittime. Fece un boato assurdo, che arrivò oltre i 5000 km di distanza. Ha un VEI di 6/8, quindi Colossale, la classificazione è Krakatoiana, con un’eruzione tra i 100 e i 1.000 anni.
C’è il Tambora, sempre in Indonesia, che è noto per il suo VEI elevatissimo. Nel 1815 causò la morte di 60.000 persone. Gli storici chiamano quell’anno “l’anno senza estate”, poiché le gravi anomalie climatiche causate dall’abbondante presenza di polveri nell’atmosfera, compromise tutti i raccolti. Questo vulcano è uno dei peggiori, ha un Indice di Esplosività Vulcanica, VEI, pari a 7/8, quindi Super Colossale, una classificazione ultra-pliniana e un’eruzione tra i 1.000 e i 10.000 anni.
Tra tutti loro, c’è anche chi raggiunge gli 8/8 di Indice di Esplosività Vulcanica, come lo Yellowstone, a Nord-Ovest del Wyoming, che ha 8/8 di VEI, un’eruzione ogni 10.000 anni e una classificazione Mega-Colossale, con oltre 1.000 metri cubi di materiale ed un’emissione continua di 12 ore circa, ed un’altezza della colonna eruttiva di 20 km.
Si lega a questo indice anche la Teoria della Catastrofe di Toba, dove lo studioso Stanley H. Ambrose teorizzò che tra 70.000 e 75.000 anni fa, questo vulcano sotto il lago Toba, esplose, con l’eruzione più grande negli ultimi 25.000 anni, creando una situazione climatica particolare alla Terra, che affrontava già la glaciazione.
Chiaro che, anche se questi vulcani non hanno un’eruzione frequente, non li si deve sottovalutare: se eruttassero, sommergerebbero chilometri e chilometri di città, creando una tale distruzione che verrebbe ricordata negli anni, o nei secoli.