Con -67,2 °C nel mese di maggio, a Vostok la temperatura media ha fatto segnare -1,3 °C rispetto alla normale 1958-2005. Si è trattato del valore più basso dal 2000, quando la base russa del plateau antartico era andata a -68,0 °C. In verità comunque, livelli del genere sono abbastanza normali, poiché in archivio si rinvengono 16 episodi al di sotto della soglia dei -67 °C a maggio, con i seguenti estremi:
1976 -70,5 °C
1999 -70,2 °C
A differenza del Polo Sud geografico, per Vostok è più difficile individuare un trend, anche per via del fatto che l’archivio presenta delle soluzioni di continuità. Ma, anche con l’utilizzo d’una ricostruzione climatica elaborata dall’Antarctic Meteorological Research Center, è possibile scorporare il seguente andamento decennale per il mese di maggio (tra parentesi gli anni effettivamente in archivio):
1958-’67 -66,16 °C (10, il 1963 ricostruito)
1968-’77 -65,23 °C (10)
1978-’87 -65,54 °C (10)
1988-’97 -67,35 °C (8)
1998-’05 -65,44 °C (7)
Sono dunque gli anni Novanta a mostrare la più forte discesa delle temperature medie. Ciò sembra in accordo con la fase di indebolimento della SAO (Semi-annual oscillation) intervenuta proprio in quel decennio. Nel meccanismo di ‘pulsazione’ barica su scala emisferica indotto dalla SAO, la scarsa intensità del fenomeno che si rileva fra maggio e giugno impedisce, od ostacola, l’ingerenza meridionale delle saccature, specie di quelle che si originano nell’Oceano Indiano: il che causa un raffreddamento del plateau orientale. Il contrario avviene quando la SAO si rafforza, com’è stato negli anni Settanta e com’è nelle attese del terzo millennio. Questa dinamica è stata dimostrata proprio correlando i valori medi mensili del periodo 1980-’96 con quelli del 1957-’79 (van den Broeke, p. 187). Occorre infatti ricordare che la SAO è il più grande regolatore climatico dell’emisfero australe, che promuovendo gli scambi termici fra le latitudini medio alte e quelle polari contribuisce all’equilibrio della complesse interazioni fra atmosfera e oceani.
Stante il quadro descritto tuttavia, il dato del maggio 2005 appare in controtendenza rispetto alle previsioni. La recente dinamica della SAO infatti, oltre a non essere ancora stata determinata, può darsi venga influenzata pure da altri fattori, in particolare dalla polarità del SAM (Southern annular mode), l’intensa corrente zonale responsabile del sensibile riscaldamento che ha coinvolto la Penisola Antartica negli ultimi decenni e del corrispondente raffreddamento del plateau (Kwok, p. 50.1).
Bibliografia:
R. KWOK, J.C. COMISO, Spatial patterns of variability in Antarctic surface temperature: Connections to the Southern Hemisphere Annular Mode and the Southern Oscillation, in «Geophysical Research Letters», vol. 29, n. 14 (2002), pp. 50.1-50.4 (doi: 10.1029/2002GL015415).
M.R. VAN DEN BROEKE, The semi-annual oscillation and Antarctic climate. Part 2: recent changes, in «Antarctic Science», vol. 10, n. 2 (1998), pp. 184-191.