Il Vortice Polare è quella vasta figura ciclonica, accompagnata da aria gelida, che staziona quasi costantemente al di sopra del Circolo Polare Artico e si presenta particolarmente vigoroso perlopiù nella stagione invernale. Nei momenti in cui il Vortice Polare troposferico viene disturbato da forcing anticiclonici allora accade che diviene meno compatto e può persino dividersi in più lobi: questo è quel che accaduto di recente, con la svolta invernale della prima parte di novembre che ha riguardato anche tutto il Continente Europeo, in quanto un Vortice Polare più debole (con formazioni di aree anticicloniche di natura termica) va a creare i presupposti per la discesa di noccioli d’aria artica alle medie latitudini.
L’indice di oscillazione artica (AO) è il misuratore dello stato di salute del Vortice Polare: quando si registrano valori negativi significa che si crea una combinazione particolare, ovvero la prevalenza di alte pressioni sul Polo e i nuclei del Vortice Polare costretti a distribuirsi a latitudini più basse. Il grafico in basso è eloquente in riferimento alla svolta avvenuta dalla terza decade di novembre: tra l’altro la parte delle linee rosse indica una tendenza all’insistenza dell’AO su valori forse ancor più negativi, quindi il Vortice Polare troposferico è ben lungi dal volersi compattare e con ciò si spiegano le nuove avvezioni fredde che dovrebbero colpire l’Italia nel corso di questa settimana e probabilmente anche dopo il Ponte dell’Immacolata.