La sinottica attuale non è certo complessa da descrivere, visto che il ruolo da primattore è sempre mantenuto da un campo anticiclonico di matrice oceanica, che ingloba gran parte del settore occidentale e centro-meridionale del Continente Europeo.
Decisamente diverso l’andamento più ad est, con una saccatura perturbata in piena azione sulla Russia, che trascina aria gelida artico-continentale fin verso il Mar Nero e la Turchia.
L’Anticiclone euro-mediterraneo presenta una ferita al suo interno, costituita da un vortice in quota posizionato nel cuore della Penisola Iberica. Un vortice più timido delle aspettative, che appare molto meno vivace d’appena 24 ore fa quando era ancora centrato sulle coste portoghesi, e che non sta ricevendo l’attesa linfa vitale dal Mediterraneo.
In effetti in queste ore il minimo barico in quota doveva essere in azione già in pieno Mediterraneo occidentale, mentre invece lo ritroviamo centrato ancora sulla Spagna. Nei bassi strati il minimo barico relativo è invece presente più ad est, nei pressi delle Baleari, a cui è collegato il fronte caldo proteso verso la Sardegna.
E a conferma di un andamento consolidato negli ultimi mesi, non è solo l’intenso dominio di aree altopressorie sul Mediterraneo a sorprendere, ma anche la scarsa capacità delle aree perturbate di sfondare e porre delle pause ai contesti stabilizzanti.
Certo non ci si poteva attendere chissà cosa da una sparuta area instabile isolata sulla Penisola Iberica, tuttavia le carte modellistiche evidenziavano un ingresso leggermente più deciso dell’area debolmente ciclonica, peraltro sempre più fiacca nel tentato movimento evolutivo all’interno della gabbia Anticiclonica.
Per quanto concerne l’Italia, l’impronta dell’Alta Pressione colpisce gran parte delle nostre regioni, interessate nuovamente da condizioni di tempo stabilmente soleggiato e mite, grazie alla risalita di correnti meridionali in quota richiamate dalla goccia fredda Iberica.
Non fosse per le nebbie, i valori sarebbero in salita quasi ovunque. Come previsto, l’intensificazione dell’attività nebbiosa è stata particolarmente evidente, specie sulla Valpadana, con alcune grandi città che sono rimaste su valori termici diurni al di sotto dei 5 gradi, temperature più basse di quelle registrate nelle località Alpine a 1500 metri d’altezza, baciate dal sole.
Come già accennato in apertura, sono solamente le isole maggiori a subire l’influenza debolmente perturbata dell’area depressionaria tra Iberia e Mediterraneo occidentale, con leggero minimo nei bassi strati ad ovest della Sardegna. Le nubi stratiformi compatte determinano condizioni uggiose più simili all’autunno, non mancano come previsto le precipitazioni, specie sulla Sardegna occidentale, maggiormente interessata dal fronte caldo.
La graduale lenta evoluzione verso levante dell’area d’instabilità determinerà un parziale coinvolgimento del medio-basso Tirreno, anche se le precipitazioni di maggior consistenza resteranno confinate sulle isole maggiori e mari circostanti.
Fin quando durerà l’Anticiclone? Probabilmente più di quanto si potesse ipotizzare, sia pure questo week-end saremo un po’ ai bordi, e interessati da afflusso di correnti moderatamente fredde dai Balcani.
Per vedere una vera crisi Anticiclonica bisognerà attendere probabilmente il 5-6 Febbraio, quando è atteso un energico affondo perturbato sull’Europa occidentale, ovviamente da confermare, ma ampiamente descritto in linea generale dai principali modelli matematici.
Smentite dunque le ipotesi di discese gelide verso il Mediterraneo per forte split del vortice polare e forte blocco Altopressorio strutturato sui meridiani in aperto Oceano, ma un energico e complessivo affondo perturbato delle Depressioni Atlantiche potrebbe anche essere l’inizio di quel processo di svolta meteorologica, derivante dall’attuale forte riscaldamento della stratosfera.
In sintesi, un maggior dinamismo degli ingressi perturbati nord Atlantici verso il Mediterraneo, con Anticiclone relegato a più basse latitudini, potrebbe essere il preludio di un’accentuazione del senso meridiano delle correnti (scambi Polo-Equatore), con la possibilità di qualche incursione fredda artica fin verso le nostre latitudini, sfruttando la minor forza del Vortice Polare, che farebbe seguito ad una probabile temporanea ripresa sul medio termine.