Freddo e neve, annunciati nello scorso editoriale, sono puntualmente giunti sulla Penisola, attraverso la dinamica di tipo retrogrado già ampiamente esplicata.
Il nocciolo gelido presente in quota non è ancora giunto sulla Penisola ma i primi effetti dell’aria secca e fredda, presente alla media troposfera, si avvertono in svariate regioni, in particolare su quelle del versante Adriatico.
Il nucleo principale, il motore di questa irruzione, è attualmente in movimento verso le Alpi Dinariche ed, una volta sormontate queste elevazioni balcaniche, si getterà nel cuore del Mediterraneo, provocando una serie di conseguenze che, alcuni modelli, stentano a prevedere con largo anticipo.
Nell’articolo precedente avevamo previsto possibili conseguenze tra la vasta area alto-pressoria dello Scandinavian Pattern e l’azione della corrente del getto che, dalle alte latitudini, avrebbe senz’altro dato il via ad una ben strutturata evoluzione depressionaria.
La freccia scagliata dall’arco del Jet stream è proprio il ciclone presente nell’est europeo che ha i connotati di un ULL (Upper level low), creatosi grazie all’avvezione di vorticità negativa impressa dall’improvvisa accelerazione impressa dall’azione del getto.
L’aria è molto secca e fredda, presente tra i 350/600hPa, e provvederà ad una serie di scambi termo-convettivi, in particolare nella fase di passaggio sul Mare Nostrum.
Per altro già nelle zone continentali dell’est europeo, dove gli scambi termici sono ovviamente meno intensi che su di una superficie contrastante come il Mediterraneo, si stanno gettando le basi per la formazione di possibili azioni di ciclogenesi e sono attualmente presenti dei sistemi vorticosi (del tipo Comma) proprio ad evidenziare la vivacità del fronte.
L’interessamento del settore adriatico è pressoché scontato con questo tipo di dinamiche e possiamo già segnalare diffuse precipitazioni nevose sui settori appenninici interni del centro-sud e sulle regioni della Puglia e della Basilicata. La neve scende ad imbiancare la città di Matera.
Nelle prossime ore il fronte, dopo aver superato le barriere orografiche balcaniche, inizierà a scivolare verso la Penisola, dando vita alla formazione di minimi secondari, minimi per contrasto e per azione da sottovento.
Attualmente già possiamo osservare un piccolo gorgo barico presente nelle vicinanze della Costa azzurra, nella più classica delle disposizioni da azione eolica; quasi certamente si vedrà la formazione di minimi sottovento antistanti le coste laziali tra Formia e Gaeta.
Nei giorni addietro i modelli non inquadravano con precisione la situazione e tutt’ora c’è difficoltà nell’impostare un quadro sinottico con poco margine d’errore.
Cercando di andare oltre il messaggio che ci propinavano le mappe abbiamo provato a descrivere quella che sarebbe stata l’evoluzione di questa discesa fredda e, anche se non siamo giunti a termine di questa ondata di maltempo, possiamo esser contenti per quello che si è espresso nei giorni precedenti.
In particolare ci riferiamo alla disposizione barica che avrebbe assunto la retrogressione, alla formazione di svariati minimi e il coinvolgimento di altri settori peninsulari ampiamente sottovalutati da una prima lettura delle mappe.
Nulla da rimproverare ai modelli che hanno svolto il loro compito in modo sino ad ora perfetto, modificando di giorno in giorno la struttura della depressione; di certo non possiamo pretendere che una visione su scala europea riesca a sottolineare le numerose sfumature che si avvicendano lungo il percorso di un anticiclone o di un ciclone.
I modelli non sono nati per sostituire l’uomo ma per facilitare il compito del previsore che deve sempre aggiungere una propria opinione sulla veduta meteorologica.
Per questo, come spesso mi capita di consigliare, cerco sempre di andare oltre la semplice “presa visione” di una carta sinottica o di una elaborazione del quadro precipitativo.
Come auspicato, la depressione pare incunearsi maggiormente al di sotto della pancia anticiclonica, finendo per spingersi in modo abbastanza profondo verso sud-ovest. Nel contempo, tornando agli sviluppi tra l’area dell’HP ed i disturbi con il Vp Canadese, accennati nell’editoriale precedente, ecco che si verificherà un graduale schiacciamento dello Scand+, il quale aiuterà la bassa pressione ad insinuarsi nel ventre del Mediterraneo.
Questa collocazione degli elementi produrrà un cambiamento radicale dello scenario sulla nostra nazione, con una serie di richiami caldo-umidi dai settori meridionali, con estrazione dell’aria di tipo libecciale e sciroccale.
Il bolide gelido passerà sull’Italia centrale, spostandosi verso nord ruotando in senso antiorario, attirando dietro di sé correnti da sud ed aria umida, sviluppando uno scenario barico interessante, con differenze tra la situazione in quota ed al suolo.
In quota si dovrebbe assistere al posizionamento di un minimo intorno alla Sardegna o localizzato tra Mar di Sardegna e medio/basso Tirreno, con la possibilità che l’azione barometrica risalga nella prossima settimana.
Al suolo la fitta rete di minimi secondari per contrasto o da sottovento complicherà abbastanza le previsioni, specie per quanto concerne l’irruenza con la quale si addentrerà il richiamo meridionale e con esso l’aria più umida.
Tra Domenica/Lunedì anche il versante tirrenico, a quote collinari/pianeggianti, potrà vedere fiocchi o nevicate, con estensione dei fenomeni al settentrione (in particolare i settori del centro-nord est) a causa di una subitanea azione umida da sud-est in presenza di aria molto fredda al suolo ed alla media troposfera.