Tempi addietro scrivemmo un editoriale ove dedicammo ampio spazio al concetto di “pazienza”. Una virtù che indicammo come indispensabile per ogni buon meteo-appassionato ed ancor più nella vita di tutti i giorni.
La stagione, fin dagli albori, s’è rivelata timida. S’è detto di tutto: del caldo, delle alluvioni, della siccità, della carenza di neve. E quando si sente menzionare il “Vortice Polare”, si pensa a un qualcosa capace di dispensare freddo e gelo da nord a sud. Una falsa credenza, ben nota a chi giornalmente ha a che fare coi vari pattern climatici o più semplicemente con una sana analisi modellistica.
Se l’Inverno non può raggiungerci è a causa dell’enorme palla gelida che gravita al di sopra del 60° parallelo. E’ talmente compatta e veloce che induce le correnti d’alta quota a scorrere rapidamente sui paralleli. Quello che in gergo definiamo “flusso zonale”, impedisce all’Alta Pressione delle Azzorre qualsivoglia velleità meridiana. Non potendosi spingere a nord, quale soluzione migliore se non quella di distendersi alle nostre latitudini.
Tutti a chiedersi… Ma quand’è che cambierà qualcosa? Beh, noi che abbiamo un po’ di dimestichezza coi vari pattern climatici vi possiamo dire che affinché l’impianto circolatorio possa cambiare radicalmente, molti tasselli dovrebbero incastrarsi nel modo opportuno. Se vogliamo che il Vortice Polare venga costretto ad alzare il piede dall’acceleratore, si dovrebbe realizzare un riscaldamento lungo tutta la colonna atmosferica.
Va detto che qualche timido tentativo c’è stato ed è per quello che l’Alta Pressione s’è lasciata scappare piccole incursioni d’aria fredda. E’ l’Inverno che prova a bofonchiare, senza tuttavia riuscire ad urlare tutta la sua rabbia. Ma non può rimanere imbrigliato per 3 mesi interi, non sarebbe normale. Qualcuno, però, visto l’andazzo climatico degli ultimi decenni potrebbe obbiettare e chiederci: cosa c’è di normale nel clima odierno?
Rispondere non è per nulla semplice. Tutt’altro. Riteniamo che un cambiamento climatico – a prescindere dalle cause – sia in atto e gli effetti si stiano mostrando nella loro interezza. Non siamo in grado di stabilire se trattasi di “semplice” ciclicità, o se davvero l’uomo sta provocando un qualcosa che potrebbe rivelarsi irreparabile.
Quel che è certo è che l’Inverno ci sta lanciando il suo grido d’aiuto. Saremo in grado di percepirlo?