Sulla Sicilia orientale il maltempo si è un po’ placato ma i violenti nubifragi, con allagamenti e frane, hanno causato davvero enormi disagi nelle ore serali del 7 marzo, quando c’è stato l’apice dei diluvi con intensità della pioggia torrenziale. Problemi nei trasporti, con l’aeroporto di Catania Fontanarossa che era stato temporaneamente chiuso a causa della forte pioggia; i voli sono stati dirottati sugli scali di Palermo e Lamezia Terme. Una frana ha provocato l’interruzione della tratta ferroviaria Siracusa-Catania, all’altezza di Sortino. In nottata le forti piogge hanno raggiunto anche e zone settentrionali della regione, con punte di oltre 100 millimetri in provincia di Palermo. Le maggiori piogge si sono però abbattute sul siracusano, con quasi 200 millimetri fra Lentini e Carlentini, la maggior parte dei quali cadute in appena 60 minuti. Superati gli 80-100 millimetri anche in diverse località del catanese, compreso lo stesso capoluogo.
Le nuove abbondanti precipitazioni vanno a rimpinguare la neve molto abbondante in montagna, già a quote di poco superiori ai 1000 metri di altezza: secondo gli ultimi dati Monte Conca (Etna nord) sfiora i due metri di manto nevoso(quasi mezzo metro caduto nelle ultime 24 ore), mentre nella parte sud dell’Etna vi sono 119 cm ed a Sella Maria (Nebrodi) si misurano 102 cm. L’elemento caratterizzante del maltempo sono state però le eccezionali grandinate su diverse località del siracusano e del catanese, che hanno imbiancato tutto: la grandine ha raggiunto anche i 30 centimetri d’altezza, così tanto da far apparire il suolo come se fosse innevato. Nelle zone più colpite la grandine, nonostante temperature relativamente alte, ha resistito sul terreno senza sciogliersi fino alle prime ore di questa mattina. Intanto si contano i danni gravissimi dal punto di vista agricolo nella fascia ionica del siracusano: le fioriture dei frutteti risultano praticamente cancellate, gravi danni anche agli agrumi in piena stagione di raccolto. Gli organi preposti hanno già chiesto l’attivazione dello stato di calamità naturale, in favore degli agricoltori colpiti da un evento meteorologico grandinigeno decisamente insolito.
L’ultima forte ondata di maltempo in Sicilia risaliva allo scorso mese, tra il 21 ed il 22 febbraio, quando era finita solo da pochi giorni la parentesi fredda siberiana, con piogge a dirotto che in alcune località avevano raggiunto quantitativi superiori ai 250 millimetri su alcune zone del versante ionico. Si era trattato di piogge eccezionali (in ambito mensile, molte zone della regione hanno superato le medie pluviometriche addirittura del 300%): per fortuna tutta quell’acqua era caduta ininterrottamente distribuita nell’arco di 24-36 ore, senza così le tragiche conseguenze alluvionali ben note che avevano segnato l’autunno. Ora invece lo spettro dei fenomeni estremi si è presentato nuovamente in modo aggressivo e ci sono ovvi timori anche per il nuovo acuto perturbato atteso nel prossimo week-end.