Mai avremmo immaginato di dover commentare un giorno un uragano formatosi in Oceano Atlantico alle porte dell’Europa, in acque extra-tropicali. La letteratura scientifica suggerisce che gli uragani si possano formare nella fascia intertropicale, con il contributo di acque con temperatura di almeno 26°C, ma in questo caso Vince, questo il nome dato all’uragano, si è formato da un ex cut-off ciclonico a nord-ovest dell’Arcipelago di Madeira. Il primo bollettino del NHC emesso ieri 9 ottobre, recitava così:
“La ventesima tempesta nominata della stagione (ndr stagione degli uragani atlantica) si è formata in un posto inusuale… nell’estremo atlantico orientale, a sud est delle Azzorre verso l’Arcipelago di Madeira…
L’immagine da satellite indica che la precedente depressione non tropicale tra le Azzorre e le Canarie ha acquisito caratteristiche tropicali ed è diventata una tempesta tropicale.
Alle ore 15Z (ndr le 17 in Italia) il centro della tempesta tropicale Vince era posizionato vicino alla latitudine 34° nord e alla longitudine 19.2° ovest, 225 km a nord ovest di Madeira, con un minimo di pressione di 1001 hPa, venti sostenuti a 85 km/h e in movimento verso nord est ad una velocità di 7 km/h”.
Ma nel frattempo Vince si è rinforzato e l’ultimo bollettino del NHC l’ha promosso uragano di Categoria 1, la più bassa nella scala di classificazione degli uragani, con una pressione minima al centro di 987 hPa, venti sostenuti a 120 km/h e in continuo movimento verso nord-est.
Le ultime osservazioni suggeriscono che Vince stia iniziando la sua fase di indebolimento. “Shear” verticale e in quota in aumento (lo “Shear” indica differenze di velocità e direzione del vento alle varie quote), mare via via che Vince si dirige verso nord sempre più freddo con temperatura superficiale presto sotto i 20°C, tutti elementi i quali portano a prevedere che l’uragano dovrebbe raggiungere la Penisola Iberica domani (martedì 11 ottobre) dopo aver perso le sue caratteristiche tropicali.
Vince è il primo uragano in rotta verso l’Europa? No, diversi ex-uragani tropicali hanno raggiunto le coste europee, è anzi un tragitto piuttosto comune quello che porta le tempeste originatesi sulla sponda americana dell’Atlantico, quando si spingono verso nord, ad essere “catturate” dal flusso delle correnti occidentali e a raggiungere le coste europee, in particolare quelle della parte nord-occidentale del continente. Ma tutte queste tempeste che anche nel recentissimo passato hanno raggiunto l’Europa, seppur normalmente con venti non più da uragano (inferiori ai 120 km/h), si erano formate in acque tropicali.
La grande novità rappresentata da Vince è che si è formato come tempesta dalla caratteristiche tropicali su acque extra-tropicali con una temperatura di superficie sensibilmente sotto i 26°C. Spiegazioni? Ci aguriamo di potervele dare al più presto.
Abbandoniamo Vince per tornare ad occuparci di Stan, l’uragano di Categoria 1 che nei giorni scorsi si è abbattuto prima sullo Yucatan e poi su El Salvador, Nicaragua e Guatemala. E proprio in Guatemala gli effetti indiretti dell’uragano sono stati tragici. Le violente e persistenti piogge associate alla depressione hanno causato inondazioni e frane, e il bilancio delle vittime è salito a 652, ma sono almeno 1400 i dispersi nel villaggio di Panabaj sepolto da metri di fango. Un tragico e ancora temporaneo bilancio.