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Via col vento

di Francesco Aliprandi
04 Nov 2008 - 08:40
in Senza categoria
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Andamento della potenza eolica installata ed estrapolazione fino al 2011.
Se si esclude l’idroelettrico, l’energia eolica rappresenta attualmente la fonte rinnovabile maggiormente sfruttata: le pale eoliche sono macchine aerodinamiche le cui caratteristiche teoriche sono note da tempo, e ormai sono disponibili ampie risultanze sperimentali che hanno permesso all’industria di orientarsi verso le forme più performanti. Si tratta insomma di una tecnologia matura, che può contare su economie di scala e una conseguente progressiva diminuzione dei costi di produzione.

Il problema maggiore legato all’energia eolica deriva dal suo carattere intermittente, per cui il gestore della rete elettrica deve essere sempre pronto a sopperire ad un calo di potenza tenendo a disposizione dei generatori di back-up, generalmente centrali termoelettriche. Il vantaggio economico è dato al momento principalmente dal risparmio di combustibile, che però rappresenta solo una frazione del costo complessivo della generazione di elettricità: negli USA infatti alcuni gestori assegnano un credito di capacità del 20%, cioè considerano 100 MW eolici corrispondenti solo a 20 MW prodotti con centrali tradizionali a combustibili fossili.
Il 20% è anche il limite (attuale) alla penetrazione delle reti elettriche da parte dell’energia rinnovabile, perché risulta problematico bilanciare i carichi nel caso di improvvisi cali di vento, o per quanto riguarda il fotovoltaico della presenza di cielo variabile; esperimenti su piccola scala hanno comunque dimostrato che è possibile raggiungere percentuali molto più elevate.

Nonostante questi limiti molte nazioni stanno incentivando l’installazione di turbine eoliche, nell’ottica di ridurre la dipendenza da combustibili fossili e diminuire le emissioni di anidride carbonica. L’unica CO2 emessa è infatti quella relativa ai materiali costruttivi – acciaio e cemento sono i più energivori, poi vengono vetroresina e rame – e alla poca manutenzione. Anche l’EROEI è ampiamente positivo, poiché un aerogeneratore restituisce nell’arco della sua vita circa 30 volte l’energia necessaria a costruirlo.

Gli Stati Uniti nel 2007 hanno aumentato la potenza installata di oltre 5 GW (il 40% in un anno) e addirittura quella relativa al solo ultimo trimestre è stata superiore all’intero 2006; Texas, Colorado e Illinois sono gli stati che vantano il maggior numero di nuovi MW collegati alla rete (rispettivamente 1618, 776 e 592). Il 2008, se le proiezioni per l’ultimo trimestre saranno confermate, si appresta ad essere un’altra annata record, con 7.5 GW installati. Se per il futuro l’andamento rimarrà il medesimo gli USA potrebbero sfondare la barriera dei 50 GW nel giro di tre anni; un risultato che verrebbe raggiunto sfruttando unicamente le zone ventose sulla terraferma, a tutto vantaggio dei costi di costruzione e manutenzione.
Anche considerando i fattori di capacità elevati che si hanno nei parchi eolici degli Stati Uniti – cioè un buon numero equivalente di ore nel quale le turbine generano piena potenza – si ottiene però una produzione di energia elettrica che oggi copre circa l’1% del totale, a fronte di una potenza che è circa il 2.5%.

La presenza di un incentivo da parte del governo (PTC, federal Production Tax Credit) rimane attualmente un tassello fondamentale per garantire la competitività con altre fonti; lo scopo è quello di arrivare ad avere un’industria in grado di camminare sulle proprie gambe in modo autonomo prima che l’aumento del prezzo dei combustibili fossili e dell’energia renda tutto molto più difficile. E’ allo studio anche una legislazione (RES, Renewable Energy Standard) che imporrebbe ad ogni stato di produrre almeno il 15% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili: si tratterebbe di un ottimo sistema per incentivare politiche di espansione dell’eolico – e del fotovoltaico e solare – a medio-lungo termine.
L’attuale crisi finanziaria e l’aumento dei prezzi di alcune materie prime forse comporterà un rallentamento negli investimenti; ma potrebbe al contempo rappresentare una grossa opportunità per scremare i progetti in modo che solo i più convenienti dal punto di vista economico vengano completati.

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