E’ ancora molto critica la situazione di Vernazza. Il borgo ligure, autentica perla delle Cinqueterre è stato colpito al cuore dalla terribile alluvione del 25 ottobre, che come è noto l’ha sepolto di 3 metri abbondanti di detriti nel corso principale, l’asse Via Roma-Via Visconti, purtroppo uccidendo 3 persone.
A distanza di quasi 40 giorni da quel drammatico evento, sono tornato per la terza volta a Vernazza sabato 3 e domenica 4 dicembre. Ormai il centro del paese è libero dai detriti e anche l’interno dei fondi che ospitavano le attività del borgo, quelle prettamente turistiche (negozi di souvenir, pizzerie, ristoranti, Internet Point) ma anche il forno, la macelleria, la pescheria, la banca, la farmacia, le botteghe di generi alimentari etc. è stato liberato.
Quelli che erano negozietti, gelaterie, bar, ristoranti, pizzerie ora sono antri vuoti, ancora con i muri marroni, mentre all’esterno anche i colori sono tornati quasi normali dopo un passaggio con l’idropulitrice. Sulle strade del paese liberate dal detrito è riapparso anche il piano stradale, solo in parte danneggiato, mentre ovviamente è scomparso del tutto l’arredo urbano, le panchine, gli alberi, le fioriere. La piazza Marconi, affacciata sul mare, avrebbe un aspetto quasi normale se non fosse per la terra e i detriti accumulati dove era la vecchia spiaggetta ma anche in parte del porticciolo. Una nuova grande “spiaggia” si è formata a levante del paese, dove sbocca il tunnel in cui il rio Vernazzola percorre gli ultimi metri del suo corso, tunnel la cui imboccatura si è ostruita quel maledetto 25 ottobre e che ora, nuovamente liberato, è percorso dalle acque del rio ma anche dai camion che portano via i detriti asportati alla Fontanavecchia e nella valle del Vernazzola scaricandoli appunto sullo spiaggione formatosi con l’alluvione e facendolo crescere in estensione e altezza.
Domenica 4 dicembre ho assistito affascinato all’inizio della “lotta” tra il mare, che già mosso la mattina è diventato molto mosso il pomeriggio (la mareggiata ha avuto il culmine lunedì 5), e la spiaggia, con le onde impegnate in una instancabile opera di erosione che ogni tanto dava i suoi frutti, con il distacco di “blocchi” di terra e detrito e la lenta riemersione di parte degli scogli che meno di un anno fa erano stati posti a protezione del paese dalle mareggiate e che erano stati coperti quasi per intero dal materiale riportato.
Ma il problema della ricostruzione è ben lungi dall’essere risolto. Nella parte più alta del paese, alla Fontanavecchia, sopra la stazione ferroviaria, i detriti accumulati erano molto di più, fino a 8-9 metri, e infatti manca ancora molto a completare l’opera di rimozione. Più su, dove il rio Vernazzola correva incassato in una stretta valletta, la spianata che si è formata è larghissima e solo in alcuni punti le ruspe “cercano” la strada, mediamente ancora coperta da 2-3 metri di detrito (e il torrente correva un paio di metri più in basso).
Dentro il mare di detriti, in questa zona a monte del paese, è stato scavato un letto molto provvisorio per il rio ma basta poca pioggia e gli argini precari crollano, con le acque che si sparpagliano impantanando la pista creata per i mezzi di soccorso e creando ulteriori difficoltà agli operatori. Sabato intorno alle 13 mi sono trovato proprio nel tratto in questione, nei pressi del mulino, durante un breve ma intenso rovescio (10 mm in mezz’ora dai dati Arpal, ma il rovescio è durato in realtà non più di 15 minuti) e ho potuto constatare di persona sia la precarietà del letto del torrente sia la facilità con cui dalle frane attivatesi il 25 ottobre si hanno distacchi non trascurabili già con precipitazioni moderate.
Il problema numero uno sono proprio le frane. Nel territorio di Vernazza ne sono state contate circa 300 (170 in quello di Monterosso), alcune molto grosse e che minacciano direttamente le case del paese, come quella che il 25 ottobre ha invaso la stazione e ancora incombe pochi metri sopra i binari. Metterle in sicurezza è la prima priorità, ma è un lavoro immenso e dai costi elevati.
Già, i soldi. Sono stati creati due siti per la raccolta di donazioni, che stanno ricevendo denaro anche da molti turisti stranieri (Vernazzafutura.blogspot.com e SaveVernazza.com). Di soldi, ora, ne servono moltissimi: la prima stima provvisoria ha una cifra da capogiro, pari a 106 milioni di euro, a fronte dei 65 milioni annunciati dallo Stato, ma da suddividere tra tutte le aree alluvionate del Levante Ligure e della Lunigiana, e comunque ancora da stanziare. Per la sola messa in sicurezza delle frane occorrerebbero quasi 37 milioni di euro, altri 59 milioni servirebbero per arginare il torrente Vernazzola.
Fine 1° parte.