Scoperta sensazionale da parte di un team di scienziati russi, che avrebbe scongelato dal permafrost siberiano alcuni vermi, chiamati nematodi, rimasti bloccati nei ghiacci da 42 mila anni. Ciò è avvenuto in due dei 300 campioni di permafrost analizzati.
I vermi, già noti come specie per la loro resistenza alle temperature estreme, hanno ripreso a muoversi e a mangiare poche settimane solamente poche settimane dopo essere stati decongelati. E’ la prima volta che si è osservato un ritorno alla vita dopo un periodo tanto lungo.
Questa scoperta parrebbe dimostrare che è possibile per gli organismi multicellulari svegliarsi dal “sonno” dovuto alle bassissime temperature. Questo può quindi incredibilmente accadere anche dopo migliaia di anni.
Non è infatti la prima volta che un organismo è sopravvissuto così a lungo per millenni nel ghiaccio. Già nel 2014 un gruppo di scienziati aveva trovato nel permafrost siberiano un «virus gigante» che era stato in grado di mantenersi vivo per 30 mila anni.
I dati raccolti indicherebbero che questi vermi possiedono meccanismi adattativi che potrebbero avere in futuro svariate applicazioni, dalla criomedicina all’esplorazione spaziale. Conoscendo il segreto che ha permesso a questi vermi di sopravvivere a tali temperature, si potrebbe poi provare ad applicarlo all’uomo.
Prima di lasciarsi prendere da facili illusioni, vale la pena sottolineare che, al momento, non esiste la possibilità di riportare in vita un corpo umano congelato. Troppi gli ostacoli da superare, uno fra tutti il fatto che l’acqua, quando ghiaccia all’interno delle cellule, finisce per rompere la parete cellulare.