Abbiamo deciso di utilizzare un’immagine relativa ad una delle tante località alpine perché chiara testimonianza di quanto il mese d’Aprile sia stato prodromo di neve. Inutile ribadirlo, neppure in Inverno è nevicato così. Certo, non è la neve che può durare per mesi e salvare una stagione, ma almeno serve per alleviare quella carenza idrica che ha attanagliato le regioni Settentrionali.
Nevica fitto al di sopra dei 1200 metri, ma è probabile che qualora si verifichino temporali nevosi la quota possa calare ulteriormente e raggiungere i 1000 metri. Sono precipitazioni arrecate da una rapida ma vigorosa perturbazione, che transiterà molto velocemente e fin da stasera farà strada ad un graduale corposo miglioramento.
Miglioramento che è già in atto sul Piemonte, in Valle d’Aosta e nel Ponente Ligure, mentre piove e nevica in Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli. Benché la parte più vivace stia attraversando le regioni Settentrionali, un po’ d’instabilità riuscirà ad estendersi verso il Centro. Saranno coinvolte da un po’ di piogge – anche a carattere temporalesco – la Toscana, l’Umbria, le Marche, l’alto Lazio e la Sardegna settentrionale.
Più a Sud i cieli resteranno poco nuvolosi, salvo annuvolamenti in arrivo sui versanti Tirrenici a causa di una ventilazione che andrà a disporsi dai quadranti occidentali. Peraltro è giusto sottolineare la forte differenza termica tra Nord e Sud. Se da un lato, lo si è detto, nevica sin sui 1000 metri, dall’altro avremo temperature che più tardi potranno raggiungere i 23-24°C. I valori più alti dovrebbero coinvolgere le zone ioniche e la Puglia in genere, per via del debole effetto favonico indotto dalla circolazione di Libeccio contro i rilievi appenninici.
Rispetto alle precedenti analisi – quelle di ieri ad esempio – anche se di sera assisteremo ad un graduale miglioramento non è esclusa la possibilità che qualche temporale vada a coinvolgere la le pianure del Nord Italia: dalla Lombardia al Levante Ligure, dall’Emilia verso il Veneto. E permarranno delle nevicate sui confini alpini. Sappiamo anche che si tratta di un’ultima perturbazione prima che l’Alta Pressione Africana prenda il sopravvento e regali un anticipo d’Estate sull’intero Paese.