Turisticamente l’Ungheria non è solo Budapest, la splendida capitale formata dall’unione di Buda, sulla collina dove troneggia la mole del Palazzo Reale e svetta il campanile della Chiesa di Mattia, e Pest, coi suoi bei viali ottocenteschi.
Il Lago Balaton, per molti anni, ai tempi della cortina di ferro, il mare degli ungheresi ma anche dei cittadini di altri paesi oltrecortina, resta una meta turistica di prim’ordine sia per la bellezza dei paesaggi sia per la balneazione. Ovviamente le strutture turistiche sono state adeguate e rispondono in pieno agli standard abituali dell’Europa dell’ovest.
Molto bella, come detto, la zona dell’ansa del Danubio, dove sorgono cittadine molto belle e suggestive, fra cui Esztergom, sede primaziale, Visegrad e Szentendre. Un’altra bella città d’arte è Eger, ai piedi dei monti più alti d’Ungheria, al centro di una zona vinicola.
Per un viaggio in Ungheria, paese da poco entrato nella UE, è sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio, salvo che non vi siano minori che vanno segnati sul passaporto di almeno un genitore. La valuta è il fiorino, ma prima della moneta unica europea molti esercizi accettavano anche i marchi e oggi fanno altrettanto con l’euro. Le carte di credito sono accettate ovunque a Budapest, mentre credo le cose cambino di molto nei centri minori.
Abbastanza buona la rete stradale e autostradale (alcune a pedaggio) per quanto riguarda la viabilità principale, mentre le strade secondarie spesso sono in cattive condizioni e con segnaletica inadeguata. Fuori dai centri abitati vige l’obbligo degli anabbaglianti accesi anche di giorno. Attenzione a indossare le cinture di sicurezza e a far sedere i bambini sugli appositi seggiolini, come pure a non bere alcoolici prima di mettersi alla guida. Generalmente la polizia è infatti più tollerante con i locali che non con i turisti.
A Budapest ci si sposta bene a poco prezzo con i mezzi pubblici. Vi è anche una buona metropolitana, in particolare la linea gialla, il metrò più vecchio d’Europa, ha stazioni che sono piccole opere d’arte.
Personalmente dell’Ungheria conosco solo Budapest, da me visitata in un fresco e soleggiato Ponte dei Santi nel 2001, dove le strutture alberghiere sono di prim’ordine e non è difficile trovare ottimi ristoranti dove mangiare bene con 15 Euro. Il tipico pranzo ungherese consta di una minestra, un piatto di carne abbondante (quello che noi chiamiamo gulasch in Ungheria si chiama porkolt), un dolce. Ingrediente usatissimo la famosa paprika, la polvere di peperoncino rosso. Elevato il livello della pasticceria ungherese, caratterizzata da alcuni dolci tipici (quali la Dobostorta) e da quelli comuni ad altri paesi della Mitteleuropa: il retes (nome locale dello strudel) e la palacsinta (la frittatina dolce ripiena, nota in Austria come palatschinken).
I bagni termali sono un elemento importante nella tradizione ungherese; diffusissimi in tutto il paese, in particolare nella capitale, sono un punto di ritrovo certamente anche a scopo curativo, ma soprattutto per rilassarsi e socializzare (classiche le partite a scacchi a mollo nell’acqua tiepida). Alcuni sono all’aperto, eppure frequentati anche in inverno, quando curioso è il contrasto fra le calde acque fumanti e la neve e il gelo tutt’intorno.