Alle 10 del mattino nevica leggermente a Sviscakih (1242m), nel cuore della foresta del monte Nevoso, con 0.5°C. Da notare i poderosi accumuli nevosi presenti ancora al suolo. Nella giornata del 30 aprile la neve è ricomparsa su buona parte del Friuli e della Slovenia nord occidentale fino a quote molto basse.
Sulle Alpi il limite della neve è sceso temporaneamente a 500m.
Sul Carso Sloveno invece la quota è stata più alta nonostante la forte bora e le temperature ugualmente basse negli strati inferiori della troposfera. Nel pomeriggio si è avuto addirittura gelicidio dai 1300m e sulla cima del monte Nevoso (Sneznik) pioveva alle 15 con -3°C, fenomeno piuttosto raro al di fuori della stagione invernale, nel qual periodo le inversioni sono molto più massicce.
Non sono, comunque, situazioni di freddo eccezionali per la zona, ricordo che a Trieste nevicò per molte ore (seppur con +5°C) il 28 aprile 1985, con limite dell’accumulo dai 500m, anche sul Carso triestino (monte Cocusso) e 25cm oltre gli 800m di quello sloveno.
Segnalo, per curiosità, che sul Tricorno (Triglav, Alpi Giulie, Slovenia) questa mattina, primo maggio 2006, a quota 2516m si è raggiunto il massimo accumulo nevoso al suolo dal lontano aprile 2001 con 495cm di neve. Nell’aprile 2001 il manto nevoso al suolo superò i 7 metri, ma sotto i 1400m non c’era alcuna traccia di neve.
Oggi, al contrario, sulle Alpi risulta imbiancata Tarvisio a poco più di 800m, mentre sul Carso Sloveno, dai 1200m persiste ancora neve invernale con accumuli, siappur irregolari, tra i 50 ed i 70cm.
Camminata di 8 ore consecutive attraverso 13km di foresta e neve alta, fino alla cima dello Sneznik.
Il tempo avverso è sicuramente una spinta ulteriore per il sottoscritto, nonostante ciò precluda l’alta qualità fotografica.
Un piccolo abete bianco.
Il sottoscritto vicino ad un cartello segnaletico nella foresta.
Il mio babbio non si è “fidato” a mandarmi da solo, ma nemmeno per lui è impresa facile, tutt’altro. Qui a 1600m con la foresta cristallizzata a diradarsi verso la mugheta
Dopo oltre 5 mesi sotto la neve, i pini mughi della riserva botanica del monte Nevoso tornano a rivedere la luce, forse avrebbero sperato in un’uscita più mite.
Foto di Stefano Zerauschek
Pubblicato da Stefano Zerauschek
Alle 10 del mattino nevica leggermente a Sviscakih (1242m), nel cuore della foresta del monte Nevoso, con 0.5°C. Da notare i poderosi accumuli nevosi presenti ancora al suolo. Nella giornata del 30 aprile la neve è ricomparsa su buona parte del Friuli e della Slovenia nord occidentale fino a quote molto basse. Sulle Alpi il limite della neve è sceso temporaneamente a 500m. Sul Carso Sloveno invece la quota è stata più alta nonostante la forte bora e le temperature ugualmente basse negli strati inferiori della troposfera. Nel pomeriggio si è avuto addirittura gelicidio dai 1300m e sulla cima del monte Nevoso (Sneznik) pioveva alle 15 con -3°C, fenomeno piuttosto raro al di fuori della stagione invernale, nel qual periodo le inversioni sono molto più massicce. Non sono, comunque, situazioni di freddo eccezionali per la zona, ricordo che a Trieste nevicò per molte ore (seppur con +5°C) il 28 aprile 1985, con limite dell’accumulo dai 500m, anche sul Carso triestino (monte Cocusso) e 25cm oltre gli 800m di quello sloveno. Segnalo, per curiosità, che sul Tricorno (Triglav, Alpi Giulie, Slovenia) questa mattina, primo maggio 2006, a quota 2516m si è raggiunto il massimo accumulo nevoso al suolo dal lontano aprile 2001 con 495cm di neve. Nell’aprile 2001 il manto nevoso al suolo superò i 7 metri, ma sotto i 1400m non c’era alcuna traccia di neve. Oggi, al contrario, sulle Alpi risulta imbiancata Tarvisio a poco più di 800m, mentre sul Carso Sloveno, dai 1200m persiste ancora neve invernale con accumuli, siappur irregolari, tra i 50 ed i 70cm. Camminata di 8 ore consecutive attraverso 13km di foresta e neve alta, fino alla cima dello Sneznik. Il tempo avverso è sicuramente una spinta ulteriore per il sottoscritto, nonostante ciò precluda l’alta qualità fotografica. Un piccolo abete bianco. Il sottoscritto vicino ad un cartello segnaletico nella foresta. Il mio babbio non si è “fidato” a mandarmi da solo, ma nemmeno per lui è impresa facile, tutt’altro. Qui a 1600m con la foresta cristallizzata a diradarsi verso la mugheta Dopo oltre 5 mesi sotto la neve, i pini mughi della riserva botanica del monte Nevoso tornano a rivedere la luce, forse avrebbero sperato in un’uscita più mite. Foto di Stefano Zerauschek Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Stefano Zerauschek Inizio Pagina