L’evoluzione generale
Da ieri poniamo l’accento su uno stravolgimento barico che porterà a breve alla manifestazione di un tipo di circolazione totalmente differente da quanto finora avvenuto. Il ritiro delle due principali figure di alta pressione (alta delle Azzorre e anticiclone Russo-Scandinavo) verso lidi più appropriati al periodo faciliterà l’avvento di correnti umide direttamente dal vicino Oceano Atlantico. Masse d’aria attivate dalle varie depressioni posizionate tra Islanda, Gran Bretagna e Circolo Polare Artico.
Il tempo previsto sull’Europa e sull’Italia
Discernere sulle possibili conseguenze in termini meteorologici potrebbe mostrarsi allo stesso tempo semplice quanto azzardato. Crediamo peraltro che lo scenario delineato appena ieri e che ora andremo a ritoccare possa avere alta probabilità di successo. Se non altro per il forte indebolimento delle suddette figure di alta pressione, costrette ad un periodo di tregua dopo aver interpretato per lunghi tratti ruolo da protagoniste.
È facile pertanto supporre che il prossimo periodo (identificabile perlomeno in 10/15 giorni) possa garantire condizioni climatiche moderatamente stabili, con temperature che localmente potrebbero riportarsi su valori al di sopra delle medie previste per il periodo. Il tutto, lo ripetiamo, frutto delle correnti miti oceaniche in movimento da Ovest verso Est.
In un simile contesto è anche normale attendersi fasi ciclicamente perturbate dirette sull’Europa settentrionale (dove dovrebbero tornare le piogge e le nevicate a latitudini elevate) e su quella Centrale, con interessamento dei Paesi Alpini oltre confine. Ma si può ipotizzare un interessamento più o meno diretto della nostra Penisola, specialmente delle regioni Centro settentrionali. Sappiamo infatti che le correnti occidentali vengono supportate da ondulazioni più o meno dolci, con relative deboli componenti cicloniche.
Ecco allora che nelle suddette zone si potranno osservare passaggi nuvolosi anche consistenti, con associate talvolta deboli piogge. Il contesto sarà sempre quello della mitezza termica con elevati tassi d’umidità dell’aria. Elementi che contribuiranno sensibilmente alla comparsa delle prime vere nebbie di stagione sulle Pianure del Nord e nelle valli interne del Centro Sud.
In conclusione
Leggendo quanto appena scritto pare di rivivere configurazioni autunnali tipiche degli anni ’90, allorquando era più frequente osservare scorci d’ottobre segnati da condizioni meteorologiche votate alla stabilità. Ma ricordiamo ancora una volta come tutto ciò rappresenti la norma riscontrabile nel periodo in essere. È infatti più facile assaporare il sapore del vero autunno con l’inizio del mese di novembre. Tradizione che sembra voler rispettare le consegne.