Dopo un certo periodo di “assestamento” modellistico, le previsioni NCEP per la prossima stagione invernale stanno indicando un trimestre caratterizzato da temperature piuttosto basse, in particolare sul Centro Meridione italiano, ma con precipitazioni piuttosto scarse.
Tale tipo di evoluzione si evince osservando l’evoluzione termica e precipitativa delle mappe di previsione: la situazione meteorologica prevista somiglia molto, infatti, a quella di diversi inverni del recente passato.
A partire dal mese di Dicembre, ma anche per i due mesi successivi, si nota infatti una netta anomalia negativa dal punto di vista delle precipitazioni, che saranno scarse su gran parte dell’Europa Centrale e sull’Italia centro settentrionale.
Contemporaneamente, le temperature tenderanno ad essere più basse della norma sul Mediterraneo centro orientale, e, nello stesso tempo, più alte del normale su Scandinavia e su tutta la Russia, fino alla Siberia, con un aumento delle precipitazioni.
La situazione quindi mostra la tendenza alla presenza di una cellula anticiclonica prevalente sull’Europa Centrale, in grado di deviare l’aria umida e più mite atlantica in direzione della Russia.
Questo espone il Mediterraneo Centro Orientale ad afflussi di aria fredda nord orientale, che interesseranno in prevalenza le nostre regioni adriatiche centrali ed il Meridione, lasciando ad un clima asciutto il Nord Italia.
Questo tipo di anomalia invernale va avanti, a grandi linee, da diversi anni, ed anche l’inverno 2005-06, stando a queste primissime indicazioni (che, tuttavia, essendo le prime, possono ancora cambiare vistosamente), sembra seguire lo stesso andamento, che previlegia, in un certo senso, le zone meridionali ed appenniniche, mentre lascia all’asciutto le più tradizionalmente nevose zone alpine.
Da segnalare anche la vasta ondata di freddo che colpirebbe l’intero Continente nord americano durante il mese di Febbraio.
Le previsioni NCEP sono basate sulle previste anomalie termiche della circolazione oceanica su vasta scala.
Gli oceani presentano variazioni termiche più lente e più prevedibili nel lungo termine, anche a distanza di mesi, rispetto alle variazioni della ribollente e dinamica atmosfera terrestre.
Si suppone che le anomalie termiche oceaniche possano influenzare il comportamento medio a lungo termine delle masse d’aria che interesseranno i vari Continenti, donde l’origine di queste previsioni stagionali che, però, sono tuttora allo stato sperimentale.