Alla base americana Amundsen-Scott, al Polo Sud geografico, il dicembre 2004 è stato il più caldo dal 1990. La temperatura media (calcolata secondo gli standard dell’Antarctic meteorological research center dell’Università del Wisconsin) ha fatto segnare -24,9 °C. La massima è stata registrata il 28 dicembre con -17,6 °C: dopo 1.077 giorni il termometro è quindi risalito oltre i -20 °C, valore che non toccava dal 15 gennaio 2002; la massima è andata sopra tale limite anche il 29 (-19,9 °C) e il 30 dicembre (-19,6 °C). La minima, il 1º dicembre, si è fermata a -30,9 °C: anche questo un valore abbastanza alto per la base Amundsen-Scott.
Per quanto riguarda l’andamento di dicembre, va notato che la media 1987-2004, rispetto al trentennio 1957-’86 fa segnare -0,40°C; se però si escludono gli ultimi due anni (media 1987-2002) la differenza è di -0,72 °C.
Proprio nel 2003 infatti (ma per gennaio nel 2002) sembra aver preso avvio una fase estiva più calda: tuttavia, al momento i segnali sono ancora labili e difficili da interpretare, almeno a livello termometrico.
I motivi per cui gran parte dell’Antartide nell’ultimo ventennio abbia
assistito a un irrigidimento del clima, si pensa risiedano in un rafforzamento del Sam (Southern annular mode), la circolazione dei venti occidentali che, come un anello, determina gli scambi termici fra l’oceano e il continente. Un Sam più energico, avrebbe come risultato un’inibizione di questi scambi, con una discesa delle temperature medie sul continente.
Tuttavia, hanno fatto notare David W.J. Thompson e Susan Solomon in un
articolo su “Science”, questa spiegazione è esauriente solo al 50%: l’altra metà è probabilmente data dall’influenza di fattori locali, anche sconosciuti.