Ci eravamo tutti accorti, a dire il vero, dell’aumento termico che si è verificato nel corso dell’ultimo decennio, ed anche i dati confermano che gli anni Duemila sono stati i più caldi almeno dall’inizio dell’archivio dati del GISS, cioè dall’anno 1880.
Le analisi del NASA’s Goddard Institute for Space Studies (GISS), mostrano un 2009 che si pone al 5° posto tra gli anni più caldi di sempre, con un’anomalia termica positiva di +0,56°C.
L’anno più caldo di sempre risulta essere il 2005, con un’anomalia di +0,61°C rispetto alla norma del trentennio 1951-80, seguito dal 2007 (+0,59°C), e dagli anni 1998 e 2002 con +0,57°C.
In totale, gli anni Duemila hanno visto un’anomalia termica positiva di +0,51°C, confermando una crescita di circa mezzo grado delle temperature globali rispetto al trentennio 1951-80.
I decenni precedenti avevano visto invece un’anomalia di +0,30°C negli anni Novanta, e +0,16°C negli anni Ottanta.
Se vogliamo esaminare le aree con le massime anomalie termiche di quest’ultimo decennio, notiamo che esse sono concentrate soprattutto sul Continente Euroasiatico, sulla Groenlandia, sul Polo Nord, sulle regioni Artiche nord americane, e sulla Penisola Antartica, con anomalie comprese tra +1° e +2°C, mentre sono inferiori al grado centigrado altrove.
L’unica zona a mostrare un lieve raffreddamento termico su scala decennale è quella dell’Antartico occidentale.
Disgregando il dato per latitudine, notiamo che le anomalie restano sempre comprese tra +0,2° e +0,6°C tra i 90° di latitudine sud, ed i 30° di latitudine nord.
Salgono, poi, vertiginosamente mano a mano che si risale verso nord, fino a toccare i +1,8°C sulle zone Polari, a testimonianza che quasi tutto il riscaldamento globale degli ultimi anni ha sede nel Nord Emisfero.
Considerando il riscaldamento degli ultimi decenni, tra il 1980 ed il 2009, ed inserendo una linea di tendenza, possiamo ipotizzare un aumento della temperatura della Terra di circa +1,1°C attorno al 2050 (rispetto alla norma del trentennio 1951-80), e di +1,9°C nel decennio 2090-2100, insomma, un aumento molto consistente ma nettamente inferiore rispetto ai 4-6°C in più ipotizzati dai rapporti dell’IPCC come tetto massimo del Global Warming.