Il modello inglese delinea un cambiamento di rotta per quel che riguarda la circolazione atmosferica su scala europea. Vista nel dettaglio la situazione offre parecchi spunti interessanti mentre, dal punto di vista pratico ed essenziale, la settimana promette di essere caratterizzata da situazioni di maltempo a più riprese su ampie zone della penisola. La primavera ci offre uno “spaccato climatico” in cui la situazione termica sul centro nord Europa comincia a differenziarsi notevolmente dalla zona mediterranea.
Analisi Breve termine
Su scala europea, una depressione sulla Scandinavia continua a far confluire aria fredda direttamente dalla Groenlandia verso il centro Europa ,con calo termico esteso fino alle coste del nord Africa algerine, tunisine, libiche ed egiziane. Una zona di alta pressione è estesa invece dalla Groenlandia fino alle coste Iberiche, con massimi di pressione proprio sulla prima. Una vasta zona depressionaria è presente in pieno atlantico in zona Azzorre.
La circolazione atmosferica quindi presenta una situazione di blocco anticiclonico sull’Atlantico con circolazione sui meridiani sull’Europa e discese a più riprese di aria fredda ad interessare l’Europa.
Per quanto riguarda l’Italia, la circolazione settentrionale provoca una ventilazione da quadranti settentrionali con caratteristiche di clima secco e quindi di moderata stabilità, ad eccezione delle zone meridionali ancora interessate da fenomeni di instabilità. Domenica un fronte freddo in arrivo da nord determinerà un peggioramento esteso a tutte le regioni alpine e prealpine con piogge e nevicate anche a quota relativamente basse (anche sotto i 1200-1300 metri). La perturbazione sembra poter avere effetti anche nelle zone pianeggianti del nord est con interessamento marginale della Lombardia orientale fra domenica e lunedì mattina.
Il Sud Italia invece verrà interessato prima da un cambio di circolazione, con venti che tenderanno a divenire occidentali per poi girare a sudoccidentali, situazione preludio di un nuovo cambiamento importante di circolazione sul Mediterraneo.
Lunedì fase di transizione fra una circolazione da settentrionale a occidentale, segnala lo sblocco alle correnti atlantiche e l’arrivo di corpi nuvolosi. La situazione è determinata dall’unione della zona depressionaria sul centro Europa con quella presente sulle Azzorre e l’isolamento della cella anticiclonica fra l’Islanda e il nord della penisola scandinava.
Analisi medio termine
Da martedì sembra aprirsi un periodo, come già preannunciato, contraddistinto da correnti più umide proveniente dall’Oceano Atlantico. Il vortice depressionario che si creerà fra martedì e giovedì, inizialmente con minimi di pressione al suolo sul centro Europa e sulla penisola iberica, poi sulla Gran Bretagna, determinerà un cambiamento atmosferico che oltre a portare perturbazioni verso il Mediterraneo, provocherà una costante risalita termica che interesserà soprattutto le estreme regioni italiane meridionali, con possibile prima fase pre-estiva dell’anno.
Nel frattempo le regioni del centro-nord Italia saranno alle prese da martedì con un periodo estremamente variabile con fasi di maltempo e piogge estese con temporali.
C’è anche da sottolineare che sembra finalmente aprirsi una fase più favorevole al nordovest per avere precipitazioni.
Quello che appare di evidente nei giorni a venire è l’assenza dell’alta pressione delle Azzorre: infatti ad ovest si ha una situazione depressionaria che dovrebbe trascinarsi per quasi tutta la settimana entrante, aprendo di fatto un periodo dai connotati pienamente primaverili che solitamente è contraddistinto da un’alternanza di perturbazioni atlantiche ed a una situazione termica fresca al nord Italia e mite al centro sud.
L’impostazione barica su scala europea non fa intravedere lungo tutto il margine previsionale del MET-OFFICE un ritorno a condizioni di stabilità atmosferica, ad eccezione delle estreme regioni meridionali, che come già detto avranno un clima quasi estivo con poca nuvolosità di passaggio. Lo spostamento dell’asse depressionario verso ovest provocherà una netta frattura climatica fra Europa occidentale ed orientale: la prima interessata da perturbazioni e clima fresco; la seconda da clima molto più caldo e da stabilità atmosferica.