La ferita ciclonica sul Regno Unito condiziona lo scenario meteorologico su quasi tutta la parte centro-settentrionale dell’Europa, traghettando masse d’aria fresche ed instabili verso le nazioni centro-occidentali, coinvolgendo in parte anche la Penisola Iberica. Solo più a sud ha piena libertà d’azione l’anticiclone sub-tropicale: l’alito caldo dell’anticiclone raggiunge in modo sempre più accentuato l’Italia Centro-Meridionale, spingendosi anche lungo le nazioni della Ex Jugoslavia dove la colonnina di mercurio ha toccato valori notevoli di 36-37 gradi.
Valori così elevati si sono misurati anche in alcune località dell’Italia: fra le località più calde, dove si sono misurati valori fra i 34 ed i 36 gradi, spiccano anche quelle della pianura emiliano-romagnola e della costa marchigiana, soggette a venti favonici (in discesa dall’Appennino) che hanno limitato i refrigeranti regimi di brezza dal mare. Le punte più elevate, prossime ai 40 gradi, si sono misurate in alcune zone della Sardegna interna, la porta d’ingresso del soffio d’aria rovente d’estrazione sahariana.
Il gran caldo in questo frangente risparmia la Spagna, per la maggiore ingerenza del flusso relativamente fresco oceanico che non ha permesso alle temperature di 35 gradi nemmeno in Andalusia. Il canale instabile, dove vengono a scontrarsi le masse d’aria fresche atlantiche con quelle più calde sub-tropicale, continua a lambire anche il Nord Italia, in particolare i settori alpini: le precipitazioni di giovedì sono state pesanti e quest’oggi la situazione è rimasta molto più quieta. Tuttavia, nelle ultime ore qualche temporale ha preso vita anche in pianura, tra il Piemonte e l’Alta Lombardia: brevi acquazzoni del tutto fugaci hanno coinvolto anche Torino e Milano.