In un precedente articolo di giornata abbiamo già affrontanto l’argomento riguardante le notevoli divergenze modellistiche sul trend meteo climatico del lungo periodo.
Intendiamo riprendere l’argomento perché è innegabile che quanto accadrà nell’ultima decade di ottobre dovrebbe dipendere imprescindibilmente da quel che succederà la prossima settimana. Come detto il punto fermo, al momento, è l’Atlantico. O meglio, le depressioni atlantiche. Depressioni che torneranno ad essere le protagoniste assolute della scena meteorologica europea, nel bene e nel male.
Il titolo è volutamente forte, nel senso che quando si fa riferimento al freddo stiamo parlando di condizioni meteo climatiche che potrebbero – il condizionale chiaramente è d’obbligo – catapultarci improvvisamente in Inverno. E’ quanto emerge da alcuni movimenti barici in divenire, scaturenti da quella debolezza del Vortice Polare di cui s’è detto in varie circostanze.
Finora non abbiamo assistito alla formazione di quelle pericolose strutture bariche che prendono il nome di gocce fredde. O meglio, fino a questo momento c’è stato soltanto il vortice afro-mediterraneo di settembre e sappiamo fin troppo bene gli effetti devastanti che ha avuto tra la Spagna sudorientale e il nord Africa.
Ma perché stiamo menzionando queste strutture? Semplice, perché uno dei modelli matematici più importanti ci propone una seconda goccia fredda e sempre sulla Penisola Iberica. A quel punto, se tale ipotesi trovasse riscontro nella realtà dei fatti, in Italia potrebbe prendere piede il promontorio anticiclonico africano e conseguentemente un periodo di caldo anomalo.
Perché ciò accada dovrebbe verificarsi un affondo ciclonico sulla Penisola Iberica, il ché non è assolutamente detto. A tal proposito il modello matematico americano GFS ci propone un’altra soluzione, ovvero affondi perturbati nel cuore del Mediterraneo ma senza il rischio che si vada incontro all’isolamento di una struttura di quel tipo. Il posizionamento delle depressioni atlantiche un po’ più a est lascerebbe campo libero all’Alta delle Azzorre, Alta delle Azzorre che si potrebbe spingere in direzione nord mettendo in moto un’irruzione fredda decisamente importante.
Alla domanda “quale delle due ipotesi potrebbe prevalere” rispondiamo con un “non lo sappiamo”. Siamo più propensi a una prosecuzione dell’attuale dinamicità che potrebbe scaturire con altre irruzioni fredde, ma non della portata mostrataci dal modello americano. Quindi niente caldo anomalo, per intenderci, anche se poi non è detto.