La “bomba gelida” dalla Russia è ormai alle porte della nostra Penisola. Attualmente il nucleo ciclonico in quota, ove è annessa l’aria più rigida, è posizionato tra Serbia, Bosnia e Montenegro, pronto a portarsi in direzione del basso Adriatico col suo carico di freddo e di neve.
Come nelle attese, il vortice è stato ulteriormente alimentato da nuovi apporti d’aria molto fredda proveniente dall’Artico Russo. Rispetto alla giornata di ieri, il perno del vortice si è ulteriormente approfondito in quota, con misurazioni termiche a 500 hPa fino a -42°C.
Nevica su gran parte dell’Europa Orientale, dall’Ucraina fino agli stati dell’ex Jugoslavia affacciati sul Mar Adriatico; ribadiamo che le temperature non sono certo da gelido burian o da irruzione tosta continentale. Non per questo gli effetti sull’Italia saranno mitigati rispetto alle previsioni annunciate da giorni.
Il nocciolo retrogrado, infatti, ulteriormente rinforzatosi durante le ultime ore nel corso del suo tragitto, si appresta a piombare, in direzione delle coste del medio-basso versante adriatico, al massimo della sua potenza con caratteristiche gelide molto rilevanti in quota, che si esaltano ancor più in concomitanza delle precipitazioni.
Sono proprio i fenomeni precipitativi, associati a moti discendenti nella colonna d’aria, a far precipitare di peso l’aria fredda dalle quote medio-alte fino ai livelli prossimi al suolo. E così sarà facile assistere, in occasione di fenomeni maggiormente organizzati, a nevicate fin sui litorali, magari con temperature di alcuni gradi sopra lo zero.
Il respiro gelido ha ormai conquistato anche una buona fetta della nostra Penisola, le segnalazioni delle ultime ore riportano un costante deciso calo sulle regioni del medio-basso adriatico e sull’entroterra appenninico esposto. La regione più colpita appare fino a questo momento la Puglia, con prime nevicate miste a pioggia o graupel su molte località di pianura, fra cui il capoluogo regionale Bari.
Il progressivo incedere dell’aria fredda verso ovest sta causando un discreto aumento della nuvolosità anche fra il Mar Tirreno e le Isole Maggiori, zone che risentiranno di un maggior peggioramento nel corso della giornata di domani, con lo sfondamento più deciso dell’aria artica.
La retrogressione in atto di un nocciolo d’aria così gelida in quota è diventata certamente un’evoluzione molto inusuale nel corso degli ultimi anni. L’ultimo caso eclatante risale al 13 Dicembre 2001.
Una dinamica di questo tipo è favorita dall’intenso consolidamento di un Anticiclone sulla Penisola Scandinava, che ingloba anche gran parte dell’Europa Centrale. Questa possente figura anticiclonica, che ha creato un ponte fino alla Russia, ha determinato conseguenze direttamente rilevanti ed incisive, favorevoli all’avvento freddo sull’Europa Meridionale e Mediterranea centro-orientale.
Anzitutto ha creato le premesse di un totale blocco delle correnti oceaniche temperate su tutta l’Europa. Il flusso atlantico è infatti costretto a transitare ad alte latitudini, sfiorando appena le Isole Britanniche e risalendo tutto il Mar di Norvegia.
Inoltre, non meno importante, lungo il bordo meridionale di tale figura stabilizzante scorrono le correnti fredde orientali. Lungo tale flusso si muove proprio il potente nucleo gelido che sta per investire ancor più direttamente gran parte del nostro Paese.
Il Meteo Giornale è stato preso d’assalto dai lettori quest’oggi con l’inizio della fase fredda così interessante e complessa da seguire. Giungono richieste da tutta Italia, soprattutto dagli appassionati di freddo e neve, che compongono la maggior parte dei cosiddetti meteofili.
Ebbene, mai come in questi casi la previsione in dettaglio su singole regioni o località è molto difficile, in quanto anche gli ultimi quadri modellistici mostrano traiettorie del nucleo gelido ancora variegate e non del tutto definite. Come già più volte sottolineato, il Mar Mediterraneo, con il suo contributo tiepido, acuisce ulteriormente i contrasti termici con complicanze previsionali non di poco conto.
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