L’Inverno 2006-2007 è iniziato, meteorologicamente, il 1° Dicembre 2006: la realtà è stata, sino ad oggi, quella di una stagione ancora latente e sorprendentemente statica.
Durante gli ultimi tre mesi, sono mancate abbondantemente le piogge e le nevicate in montagna, sia sulle Alpi sia sugli Appennini, con una temperatura peninsulare ed Europea di molto sopra la media, ad eccezione di alcuni luoghi.
Durante l’Autunno le prime emissioni dei centri di calcolo hanno permesso di valutare i dati raccolti, i molti indici teleconnettivi e raffrontare il pensiero statistico con la realtà emessa dall’evoluzione giornaliera dei modelli sinottici.
Sin da Ottobre, nonostante qualche voce fuori dal coro, era abbastanza palesabile una condizione meteorologica di questo tipo, poiché ogni parametro indagato ha portato alla luce una difficoltà previsionale (long-range/outlook) con pochi precedenti.
Con molto sacrificio e molta dedizione abbiamo cercato di apportare sostanziali migliorie alle analisi evolutive ed abbiamo provato a scovare segnali di mutamento, purtroppo constatando una staticità sinottica semi-permanente.
Le problematiche di questa situazione sono riscontrabili nella concatenazione negativa dei vari index teleconnettivi, quasi tutti orientati verso valori insoddisfacenti per il nostro continente.
AO: essa rappresenta l’oscillazione artica. E’ lo studio che osserva le variazioni pressorie alle medie alte latitudini, contribuendo fortemente alla semi-permanente islandese ed al rafforzamento azzoriano. Situazione: AO++
NAO: ramo atlantico dell’AO. Situazione: NAO+ (o deb+).
ENSO: episodio di NINO intenso con valori interessanti nell’area di maggior interesse, l’area 3.
MJO:oscillazione intertropicale con ricadute importanti sulla Cella di Hadley.
Durante il trimestre passato ha attraversato una fase negativa per l’Europa.
EAJ: circolazione atlantica del jet-stream con dipolo di osservazione tra Nord/nord-est atlantico e nord-africa. Situazione: EAJ+ (corrisponde ad una fase di blocco dinamico).
Strat-warming: il riscaldamento stratosferico non ha interessato,nella sua bipolazione del Vp, l’area europea in modo congruo.
Polar/eurasia pattern: rappresenta la condizione del vortice polare con effetti in area euro-russa e asiatica. La fase negativa comporta un rafforzamento dell’azione polare mentre la fase positiva segue un indebolimento del Vp.
Ovviamente sin’ora c’è stata un’altalena, nuovamente oscillata in fase negativa.
Non è stata favorita la formazione di anticicloni termici o di blocco.
QBO: era atteso un cambio repentino invece l’oscillazione (quasi) biennale dei venti stratosferici (30-50hpa) ha continuato ha spirare da W verso E, in fase positiva, sfavorendo l’ondulazione rossbyana in sede europea. Credo che non cambierà velocemente ma sarà comunque interessante subire gli effetti del calo e del cambio tra westerlies ed easterlies che, solitamente, già induce ad una inibizione del Vp.
Strat-cooling: fenomeno inverso allo Strat-warming che, tra le varie connessioni, persuade ad una maggior attività ed intensità il polar vortex.
Giunti alla fine di questa breve e deficitaria rassegna di informazioni, la laboriosità dello studio nel long-range, in particolare di quest’anno, è percepibile.
Perciò, considerate e ponderate le varie informazioni, abbiamo ritenuto opportuno puntare verso la seconda metà dell’Inverno, in particolare nel mese di Febbraio.
L’evoluzione sinottica e teleconnettiva propone segnali positivi orientati verso questa conclusione:
– le SST atlantiche in zona Terranova (Labrador) e Nord-Africana hanno subito una recrudescenza nei giorni addietro;
– il Nino ha subito una discreta fase d’indebolimento, in attesa che arrivi un’altra Kelvin wave (aspettiamoci in futuro una possibile ripresa);
– NAO verso la neutralità o debolmente negativa;
– AO in discesa;
– EAJ- in fase di neutralizzazione;
– lo strat-cooling che ha sino ad ora ha potenziato l’attività del Vp può, come effetto secondario, provocare tra Febbraio ed Aprile discese fredde al pari di uno strat-warming grazie ad anomalie termiche (-70/-75) che subiscono repentini riscaldamenti imposti dall’avanzamento stagionale;
– la MJO passata in fase 6 contribuirà ad una maggior oscillazione del jet-stream dapprima in sede pacifica e, per conseguenza indiretta-diretta in Europa (flessione del PNA, flessione delle westerlies e maggior ondulazione in sede atlantica, correlazioni con NAO/AO). Modifiche alla Cella di Hadley con ulteriori possibilità di pattern scandinavi ed anticicloni di blocco alle medie-alte latitudini (fattibile ponte di Wejkoff?).
Questa analisi introduce il cambio circolatorio che si compierà nella terza decade del mese, anche se bisogna attualmente capire che tipo di effetti produrrà sulla nostra Penisola. Il tutto si giocherà tra i movimenti meridiani (in risalita) dell’Hp azzorriano e, per conseguenza, del cedimento barico che verrà colmato dall’affondo polare (forse in sede spagnola). A prescindere da chi beneficerà maggiormente, vi saranno comunque effetti pregevoli che potrebbero far scorgere, tra qualche giorno, mutamenti ancor più interessanti.
E’ bene però ricordare che la situazione globale è lungi dall’essere chiara e, soprattutto, non è palesemente indirizzata verso episodi freddi e duraturi.
Siamo dinanzi ad una svolta e queste sono le percentuali: 65% – seconda metà di’inverno normale/statico; 35% – seconda metà stagionale dinamica.
Mai come questa volta l’alea è la conditio sine qua non.