Dopo giorni di anticiclone, per altro di estenuante matrice africana, subiamo gli effetti di una dinamica più vivace anche se le caratteristiche del fronte paiono, a prima vista, più tardo autunnali che prettamente invernali.
Non è certo una novità: sentiamo la mancanza e la necessità di un episodio genuinamente freddo.
In un contesto del genere sembra quasi una anomalia, un qualcosa di difforme il ritorno del clima ciclonico e della neve, in particolare sull’appennino dove anche quest’anno facciamo i conti con un deficit marcato. Non mi dilungo sull’importanza della neve invernale per la formazione del firn e per la conseguenze sul suolo e sulle falde acquifere.
Il flusso perturbato di origine oceanica ha fatto il suo ingresso nella giornata di ieri, dopo aver fatto notare la sua presenza tramite nubi pre-frontali ed infiltrazioni varie; non in ultimo attraverso una latente fase minatoria sul bordo orientale dell’anticiclone, riscontrabile nei giorni passati dall’osservazione di blandi minimi di pressione e da una nuvolosità/foschia crescente, sintomo della fase decadente di un HP (High Pressure / Alta Pressione).
Molto più a nord si individua il nocciolo freddo e la forte attività polare che sta scatenando venti da uragano in Scozia e che, a prima vista, sembra proseguire il suo iter verso sud; purtroppo, come è evidente dalle mappe, si scruta più ad ovest una nuova pulsazione del Vortice polare canadese con successiva interdizione della fase meridiana dell’anticiclone azzorriano.
Quest’oggi assistiamo ad una fase di vero ingresso ciclonico che si differenzia dall’impianto barico avutosi per una disposizione dei venti diversa, per il maggior richiamo umido da sud-ovest e per il passaggio del vero cuore freddo del fronte.
Diciamo che nelle ore appena trascorse abbiamo avuto una condizione sinottica/satellitare da “anticamera”, con le consuete fasi preparatorie pre-frontali.
Precipitazioni attese sui versanti occidentali (Liguria, Toscana e Lazio in primis) e sulle aree di centro/nord-est, in particolare tra Emilia-Romagna, Venezie e Friuli. E’ bene segnalare che le precipitazioni subiranno spostamenti anche di 100-200km a seconda dell’impatto del fronte e della disposizione che nelle prossime ore si creerà.
Nevicate sulle Alpi a quote basse/medio-basse, anche a seconda dell’intensità delle precipitazioni, con quota neve media sui 700-1000m; quota neve sull’Appennino Centrale compresa tra 1000-1500m a seconda dei settori.