La seconda settimana di Dicembre si è aperta all’insegna di una circolazione ciclonica a tutti i livelli dell’atmosfera, con afflusso di correnti occidentali man mano più fresche, specie alle quote superiori.
Le masse d’aria in scorrimento dalla Valle del Rodano verso il Mediterraneo Centrale traggono origine da latitudini medio-alte del nord-atlantico, con direttrice del flusso in quota in discesa dall’Islanda e dal Mar di Norvegia.
La discesa in senso meridiano di tali correnti più fresche lungo tutta l’Europa centro-occidentale, fin verso il bacino del Mediterraneo, è una conseguenza diretta del ritrovato vigore dell’Alta Pressione oceanica, la quale tende a disporre il proprio asse maggiormente verso i meridiani, arretrando parzialmente verso ovest, con una parziale protezione stabilizzante solo fin verso parte della Penisola Iberica.
Sulla nostra Penisola tali correnti occidentali si rivelano discretamente instabili solo sulle aree esposte tirreniche del Centro-Sud e sulle Isole maggiori: le maggiori precipitazioni in Sardegna, ove si sono manifestati locali temporali, con 13 millimetri registrati a Cagliari Elmas fino al primo pomeriggio; segue il massiccio della Sila, in Calabria, con 11 millimetri.
La Sardegna è stata peraltro la regione più colpita dal vento anche quest’oggi: il vento di maestrale ha raggiunto straordinarie raffiche fino ad oltre 130 km/h su Capo Bellavista (costa orientale), ma anche sulla costa occidentale si è ben distinta Capo Caccia con raffiche ad oltre 100 km/h.
Maggiormente protetto il versante adriatico della Penisola, che ha potuto godere del riparo della dorsale appenninica rispetto a tali interferenze instabili. Anche sulle regioni settentrionali è accaduto ben poco ed il fenomeno principale è stato la nebbia che, in qualche area fra Lombardia, Veneto ed Emilia, ha insistito addirittura fino alle ore più calde del giorno, con valori massimi rimasti intorno ai 4-5 gradi.
L’attenzione di tutti i lettori meteo-appassionati è rivolta alla seconda parte della settimana, quando è attesa la prima massiccia ondata di freddo della stagione, probabilmente destinata a lasciare in maniera incisiva il proprio marchio, specie lungo il lato orientale della Penisola.
L’ondata di freddo sarà innescata dall’ulteriore elevazione verso nord dell’Alta Pressione delle Azzorre che, ruotando il proprio asse in senso orario, riuscirà a convogliare un nucleo d’aria gelida direttamente dal Circolo Polare Artico, zona Isole Svalbards.
Tale aria gelida si porterà verso il mare di Barents, parte della Penisola Scandinava e sul nord della Russia. Dopo un lungo tragitto, nel quale l’aria artica tenderà in parte a continentalizzarsi (raffreddamento della massa d’aria prossima al suolo), i modelli numerico-previsionali insistono nel descrivere una retrogressione di tale nucleo gelido in direzione dei Balcani e dell’Italia.
Il moto retrogrado del “gocciolone gelido” d’origine artica si realizzerà grazie all’unione fra l’Alta Pressione delle Azzorre e quella presente sul nord della Russia, con la genesi di un autentico ponte che convoglierà la bordata artica lungo il bordo meridionale di tale asse obliquo anticiclonico.
Facendo un passo indietro, già nella giornata di domani la figura altopressoria oceanica tenderà a proporsi con decisione verso la parte occidentale della Penisola Scandinava, determinando una lieve traslazione verso est della figura depressionaria centrata sull’Europa centrale.
La presenza di una figura di Bassa Pressione nei bassi strati sul sud dell’Italia favorirà l’avvento di una componente più orientale sul lato adriatico. A differenza della giornata odierna, un po’ d’instabilità colpirà le zone adriatiche, oltre alle regioni meridionali.
Nel contempo, aria polare comincerà a muoversi sulle coste più settentrionali dell’Europa, con riferimento all’estremo nord della contea norvegese di Finnmark, parte della Penisola di Kola e della Lapponia.
La descrizione di questa dinamica non è certo casuale: sarà la medesima componente gelida artica, grazie ad una configurazione barica congeniale, a fare rotta dopo alcuni giorni fin verso l’Italia, dopo un percorso relativamente tortuoso lungo zone di terraferma dell’Est Europa e della Russia; in tali zone l’aria tenderà a raffreddarsi ulteriormente nei bassi strati, ma non particolarmente, in quanto le temperature attuali su tali regioni non sono così basse.