Non che ci abbia mai abbandonati del tutto, ma negli ultimi 10-15 giorni l’Atlantico, o per meglio dire le perturbazioni che porta, ha quanto meno allentato un po’ la sua morsa. Complici le “fratture” del getto sull’est atlantico sub-tropicale, la fascia delle alte pressioni si è alzata e su mezza Italia è piombata una molto anticipata avanzata primavera. Il Nord Italia si è trovato sulla fascia di confine tra il flusso atlantico e il richiamo caldo africano, ha continuato a piovere, soprattutto nelle zone orograficamente più esposte del Nord-Est, in un contesto però più variabile rispetto alla prima parte del mese.
Per sintetizzare, i vortici atlantici non sono più entrati franchi sul Mediterraneo occidentale, ma hanno continuato a scorrere ben più a nord, portando tempo mitissimo fin sulla Scandinavia e la Carelia, facendo arrivare da noi solo modeste saccature sempre seguite da fugaci promontori di alta pressione.
Ora però appaiono novità all’orizzonte. L’alta pressione russa sembra volersi espandere nuovamente ad ovest degli Urali, fino al settore finnico e porre un ostacolo allo scorrere delle perturbazioni atlantiche verso est. La conseguenza è che dette depressioni saranno costrette a prendere la strada del meridione, verso il Mediterraneo. In poche parole tra la fine del mese e l’inizio di marzo potrebbe attenderci una nuova intensa fase perturbata con caratteristiche abbastanza fredde, visto che pescherebbe aria dal settore di confine tra Nord Atlantico e Artico, con possibilità quindi di neve a quote medio-basse, almeno al Nord.
Non è in previsione alcuna ondata di gelo, ma solo fredda e perturbata, abbastanza normale tra fine inverno ed inizio primavera. Il problema è che se arriverà, sarà dopo due mesi di precipitazioni record: nel Friuli-Venezia Giulia ci sono zone che hanno superato i 2000 mm (tra pioggia e neve) da inizio anno, in Liguria e Toscana i 1000 mm e i 1500 mm dal 20 dicembre e tolte alcune zone adriatiche e del Sud, il resto d’Italia è già in forte surplus precipitativo.
Più a lungo termine potrebbe però aumentare la protezione dell’Anticiclone delle Azzorre verso l’Europa sud-occidentale e parzialmente sull’Italia, deviando le saccature più ad est, opzione contemplata dal modello americano GFS e supportata anche dai modelli ensemble. Tuttavia essendo un’ipotesi a lunga scadenza sarà meglio tornarci tra qualche giorno.