Travolgente ingresso freddo di natura artica Gli impulsi instabili giunti domenica hanno particolarmente penalizzato le regioni adriatiche e quelle meridionali. L’aria fredda in quota ha nettamente esaltato l’instabilità sui mari e sulle coste, dove non sono mancati frequenti temporali spesso grandinigeni. Sull’entroterra è invece caduta la prima neve, anche a quote relativamente basse per il periodo: il limite dei fiocchi, durante i rovesci più intensi, è sceso persino sotto i 1000 metri d’altitudine specie sull’Abruzzo, ove quindi diverse località montane sono state così imbiancate.
La neve è caduta anche sui rilievi meridionali appenninici a quote leggermente più alte: incappucciati di bianco i rilievi oltre i 1300-1400 metri dell’Appennino Lucano e Calabrese. L’aria fredda si è riversata in modo molto incisivo anche sulla Sicilia: la neve è caduta non solo sul comprensorio etneo, ma anche sulle catene montuose del versante nord, tra i Nebrodi ed i Peloritani che hanno ricevuto la prima neve stagionale già a partire dai 1200 metri. La prima neve d’autunno, ma con caratteristiche che in genere si riscontrano in pieno inverno: sembrava di essere piombati all’improvviso a gennaio.
La direttrice delle correnti da N/NE ha lasciato invece generalmente al riparo i rilievi delle regioni tirreniche, anche se non sono mancati limitati sconfinamenti di maggiore rilievo sulle aree più interne dell’Appennino Campano e soprattutto sulle cime dell’Irpinia, quelle più esposte a questo tipo di configurazioni che vedono protagonisti i venti di provenienza balcanica.