Estote parati è una locuzione latina di estrazione vangelica divenuta un motto per le associazioni scoutistiche.
Il senso di queste parole è “siate pronti” e dunque, in una condizione meteoclimatica di questo tipo, è bene che i tirrenici siano pronti alle possibili evoluzioni che il connubio tra aria umida occidentale e aria fredda orientale provocherà sulla Penisola.
L’Italia è interessata da venti di provenienza nord-orientale e mentre sulle regioni del centro-nord i cieli sono sereni, al centro-sud si è sotto la morsa dell’instabilità con fenomeni accentuati sul versante adriatico per effetto stau e per la formazione di cumulonembi generati dal soffio polare che si carica d’umidità sul mare.
Qualche ammasso nuvoloso, più evidente sul basso Tirreno, è presente nel Basso Lazio, in Campania ed in misura maggiore sul Cilento, con nubi che si addossano lungo la dorsale appenninica che segue pedissequamente la fascia litoranea. Gli addensamenti antistanti la zona pontina/lepinica sono frutto di condizioni topoclimatiche e nella fattispecie, con flusso di origine orientale, possono generarsi delle blande variazioni barocline.
Nella notte, laddove il vento e le nubi non influenzeranno la dispersione di calore, le minime potranno raggiungere valori ragguardevoli, per altro già toccati in molte aree nelle due serate precedenti; la giornata di domani osserverà un miglioramento al sud Italia con volubilità sulla fascia adriatica/jonica e l’interno appenninico mentre muterà il tempo a partire dal settore nord-occidentale.
Un impulso atlantico farà il suo ingresso dalla valle del Rodano e promuoverà una debole ciclogenesi sul Mar Ligure, con copertura in aumento sull’alto Tirreno e sulla Sardegna e precipitazioni di debole/moderata intensità con apporto da sud-ovest.
Negli ultimi giorni i modelli avevano intravisto una potenziale situazione nevosa per la fascia tirrenica, poi rimossa in seguito ad una improvvisa accelerazione del getto e consecutivo spostamento ad est dell’Hp sub-tropicale.
Nuovamente, come spesso accade in sinottiche dettate da stravolgimenti stratosferici e teleconnessioni incerte, con problematiche intrinseche tra stratosfera e troposfera (intendendo il trasferimento dalla alte alle basse quote) che avvengono in una situazione generale davvero complessa, i modelli balzano da una conclusione all’altra facilmente.
Ed ecco che a seguito della depressione atlantica giunge una new entry, la retrogressione continentale, figura sinottica che potrebbe portare aria fredda ed al contempo precipitazioni, diffusamente nevose laddove vi sarà fenomenologia.
Possiamo dunque credere a questa nuova evoluzione?
Come sempre invito alla calma poiché le carte sono molto approssimative ed in questo scenario barico ancor di più. Certo è che il terreno pare essere fecondo per una azione di tipo retrogrado ma il problema sarà capire con certezza quale strada prenderanno i minimi e la velocità con cui si svilupperà l’evento.
L’aria di estrazione atlantica era prevista in arrivo con un subitaneo apporto di matrice africana, cui sarebbe seguita una spalla anticiclonica di cospicua entità, ma grazie alla traboccante azione dell’aria artico marittima e dell’apporto continentale non si svilupperà in questi termini.
Si registrerà un ventilazione da SW sul Tirreno con annuvolamenti sulle zone occidentali, in particolare Liguria, Versilia, Sardegna e parte del nord (velature) con qualche debole precipitazione, nevosa fino a bassa quota. Giungerà aria caldo-umida in seno ad una depressione che seguirà la corrente a getto e si spingerà a meridione, apportando nuvolosità e attirando, contemporaneamente, la perturbazione polare che attualmente va occludendosi nel nord Europa stretta tra la morsa di una warm band ad est e l’aria artico-marittima.
Si approfondirebbe un contesto ideale per le nevicate tra martedì notte/mercoledì, anche per le aree pianeggianti del settore tirrenico (specie interno) poiché all’interno di un ambito freddo-umido capiterebbe una alimentazione continentale da est, da sempre efficace poiché genera un necessario raffreddamento al suolo.
Purtroppo non possiamo per ora andare oltre poiché questa previsione è ben lungi dall’essere certa e riusciamo a definirla solo una plausibile linea di tendenza interessata da un buon margine d’errore. Nel caso di nevicate tirreniche esiste una sorta di “consecutio temporum” che va a disciplinare la concordanza tra tempistiche e masse d’aria e purtroppo il fattore di contemporaneità spesso è latitante.
Siamo al cospetto di una goccia fredda e questa figura sinottica complica ancor di più la vicenda poiché essa sarà sensibile ad improvvisi mutamenti e cambi di direzione a seconda del settore che la sua struttura porgerà sull’Adriatico; per il Lazio, ad esempio, sarebbe opportuno che l’area orientale di questo nocciolo giunga per prima in modo che la retrogressione possa proseguire più insistentemente verso ovest/sud-ovest, proponendo una fase di ritornante e maggior apporto freddo al suolo condito da una probabile azione di minimo congiunto tra medio versante adriatico e tirrenico.
Molte nevicate tirreniche (e dell’Urbe) sono giunte grazie all’ausilio fondamentale di un flusso continentale di tipo retrogrado e spesso grazie alla presenza, quanto meno, di una circolazione al suolo di prelievo orientale perciò è bene monitorare la situazione ventura; per questo torneremo quanto prima per aggiornarvi.