La settimana che si apre si annuncia ricca di spunti previsionali di notevole interesse, con una probabile fase acuta invernale che tornerà a coinvolgere in maniera più pesante e diretta gran parte della Penisola Italiana.
Una nuova precoce irruzione fredda con tipiche caratteristiche da pieno inverno, che fa seguito a quelle già avute negli ultimi mesi, i quali di autunnale hanno avuto ben poco, vista anche la quasi permanente assenza del flusso temperato piovoso dall’Oceano, con conseguenze generali in termini d’anomalia sul regime pluviometrico.
Il cambiamento meteo in vista non s’articolerà tramite un improvviso blitz di matrice artica, ma sarà il risultato della configurazione barica generatasi nella scorsa settimana, con l’approfondimento di un vasto vortice a carattere freddo su gran parte dell’Europa Settentrionale e Centro-Orientale, contrapposto a una dinamica figura di Alta Pressione a protezione dei settori occidentali del Continente, protesa fino alla parte centro-occidentale del Mediterraneo.
La nostra Penisola si è venuta a trovare nel mezzo, interessata da momenti di maggior presa anticiclonica alternati a passaggi freddi piuttosto marginali e diretti principalmente verso l’area balcanico-danubiana.
Grande esposizione dunque ai venti, che negli ultimi giorni sono stati i protagonisti principali, generati dal forte gradiente barico venutosi a creare, a più riprese, tra le due figure bariche così antagoniste e ravvicinate. Ieri su Capo Carbonara, nel sud/est della Sardegna, è stata registrata una raffica spaventosa di 80 nodi, pari a quasi 150 chilometri orari.
Anche la giornata di oggi non fa eccezione a questo scenario barico; assistiamo ancora all’ennesimo disturbo frontale che ha appena valicato l’Arco alpino centro-orientale e si è portato in direzione dell’alto e medio Adriatico, con precipitazioni in intensificazione fra Abruzzo e Molise.
Un relativo minimo depressionario al suolo sta scendendo rapidamente lungo il Mar Adriatico. Le correnti umide occidentali, attivate nei bassi strati da tale genesi del minimo barico, hanno contribuito a qualche precipitazione nelle ultime ore fra Campania e Calabria, specie i settori occidentali.
Si tratta d’aria più mite ed umida pre-frontale; non devono dunque sorpendere i valori termici in rialzo che hanno superato in alcune località i 20 gradi su Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna orientale.
Il Nord non ha invece subito particolari cambiamenti grazie al riparo offerto dall’Arco Alpino. Il cielo è rimasto sereno specie sulla Val Padana centro-occidentale, ed il foehn è stato il principale protagonista della giornata.
Tali correnti, discendendo con impeto lungo le vallate alpine, si riscaldano per compressione adiabatica della massa d’aria ed hanno dunque contribuito alle temperature miti odierne, con punte di 16-17 gradi su molti settori della Pianura Padana.
Discorso differente sui settori alpini più settentrionali, ove si spinge il muro delle nubi, con occasionali nevicate anche a quote basse sui fondovalle di confine. Qualche nube cumuliforme, nonostante i venti discendenti di favonio, si è inoltre generata a sud dei grandi Laghi, per sconfinamenti d’aria più instabile in quota. Una situazione simile a quella rappresentata nella foto in alto, di qualche giorno fa.
L’Europa centro-orientale si trova già da giorni intrappolata in una situazione climatica pienamente invernale, con precipitazioni nevose a fare da contorno cadute anche in pianura. Da giorni grosse nevicate cadono anche sui versanti alpini esteri, a causa dello stau dovuto all’addossamento del flusso settentrionale.
L’elevazione dell’anticiclone sull’Oceano, che assumerà una posizione più meridiana, consentirà il graduale affondamento verso sud del Vortice Gelido presente su nord ed est dell’Europa, che già attualmente sta procedendo all’erosione della lacuna barica presente sul Mediterraneo Centrale.
Atteso dunque un coinvolgimento più diretto delle nostre regioni, con la barriera alpina che non potrà fare più molto per bloccare la venuta delle correnti più fredde ed instabili, tali da generare una prima risposta depressionaria (in genesi nei bassi strati) sul cuore del Tirreno per la giornata di mercoledì.