Non è assolutamente desueto che durante la fase di transizione si possano formare sulla parte nord orientale del nostro Continente delle figure pressorie così caparbie e persistenti. Quella che il modello di Reading ci indica sembra volersi stabilire in maniera decisa tra la Russia ed i Paesi Finnici. Ovviamente si tratta sempre di un figura dinamica che nel suo sviluppo verticale può raggiungere anche quote molto elevate nella nostra atmosfera.
Ecco che si erige un blocco al flusso (corda) zonale e le oscillazioni del getto portante vengo arginate molto più ad ovest del nostro Continente ed a largo delle coste occidentali; in pieno Atlantico.
Questa volta non abbiamo riportato la carta in quota, altezza pari a 500 hpa, ma una al suolo che ben collima con struttura a 5500 mt circa, onde rendere più semplice la lettura ed interpretazione di tale emissione deterministica.
Ovviamente quando si formano questi “ideali muri” il getto polare piega immediatamente, come se fosse una struttura a gomito, verso nord creando una saccatura che da origini ad un cut-off di matrice atlantica.
L’evoluzione si rende alquanto “statica”, la cui durata può protrarsi nel tempo per diversi giorni.
Cosa succede quindi sul nostro Mediterraneo?
Indubbiamente essendo un’ampia area che si trova ai margini meridionali di queste due configurazioni, subisce parziali interferenze che provengono sia dall’Atlantico, quindi più miti, che dall’Europa nord orientale, correnti molto più fresche ed asciutte. Si scavano quindi delle figure depressionarie secondarie che si mostrano non molto profonde, ma possono originare dei parziali disturbi in alcune aree orientali del nostro Paese.
Ci siamo incamminati in questo lungo sentiero che rappresenta il percorso verso l’inverno e che al momento è contrassegnato da questa disposizione barica che difficilmente, nel medio lungo termine, potrà dar vita ad una rimonta dinamica dell’HP atlantico. Quindi, tranne questo imminente flusso fresco, gradualmente si ritornerà nella media e dovremmo attendere, probabilmente, oltre la seconda decade del mese in corso per assistere a dei sostanziali mutamenti atmosferici.
In ogni caso la formazione di questo blocco altopressorio favorirà un congruo raffreddamento nella parte più settentrionale della Russai europea; mentre in concomitanza sarà presente un nucleo molto più freddo che attualmente vive tra la parte più settentrionale del Canada e la Groenlandia.
Quindi l’erosione dell’anticiclone non verrà portata solo dalle correnti nord atlantiche, che dovrebbero perdere di incisività, ma potrebbe essere data dalle fredde correnti nord orientali. Non è assolutamente insolito che un HP, in quella posizione, possa creare dei notevoli “scompensi” atmosferici con il passare del tempo. La soluzione più probabile rimane quella che l’anticiclone nordico si isoli, staccandosi dal ponte che l’Hp delle Azzorre tenta/tenterebbe di consolidare. Il getto polare tenterà di “offenderlo” e vanificare questo connubio.