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Tepori primaverili ancora non duraturi

di Giovanni Staiano
23 Apr 2004 - 09:59
in Senza categoria
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Nella prima immagine (fonte www.bambinoautore.it) la Piazza della Loggia, nella seconda il Tempio Capitolino e il Teatro (fonte www.ictosi.va.it).
tepori primaverili ancora non duraturi 718 1 2 - Tepori primaverili ancora non duraturi
Dopo il tempo perturbato di inizio settimana, con piogge in trasferimento da nord a sud tra lunedì e martedì e neve sui rilievi, anche a quote piuttosto basse (localmente anche 5-600 metri al nord e in Toscana), ha avuto inizio una fase più tipicamente primaverile, tuttora in corso, con le temperature massime che hanno superato i 20°C un po’ ovunque.

La situazione sta però già cambiando a partire dalla Sardegna, dove già piove, e dalla Sicilia. Abbiamo infatti in azione una goccia fredda, una depressioncina formatasi sul Mediterraneo occidentale grazie ad una infiltrazione di aria nordatlantica, che estenderà in giornata la sua influenza a quasi tutto il sud e in parte al Lazio. Ma il fatto importante è che, transitata la goccia fredda, alle sue spalle l’anticiclone atlantico si sta cimentando in una nuova, l’ennesima, espansione verso nord, che lo porta a saldarsi con una cellula di alta di matrice polare, quindi a carattere termico, o perlomeno ibrido, il cui massimo domani sarà tra la Norvegia e le Svalbard.

Questo sta già favorendo un calo termico sul nord Europa, ma domani l’aria fredda si porterà già sulla regione germanica e domenica entrerà sul nostro paese, favorita anche dallo spostamento verso lo Ionio del minimo depressionario. Dobbiamo notare che la situazione, già piuttosto insolita per il periodo, è resa ancor più interessante dal fatto che la posizione delle figure bariche sta favorendo l’ingresso su parte del continente europeo di quella massa d’aria insolitamente gelida per la stagione, che da giorni e giorni insiste sulla Russia settentrionale, portando record di freddo di cui il Meteogiornale già ha parlato.

Per quanto riguarda le precipitazioni, come già accennato oggi avremo piogge e temporali soprattutto su Sardegna e Sicilia, in estensione, con fenomeni meno intensi e diffusi, al resto del sud e al Lazio, soprattutto meridionale.

Domani, sabato 24 aprile, il tempo sarà nettamente migliorato sulla Sardegna, mentre la fenomenologia insisterà sulla Sicilia, soprattutto, ma anche su Calabria, Salento e in parte Basilicata. Intanto il primo nucleo freddo si porterà verso le nostre regioni di nordest. Non mancherà le neve a quota inizialmente alta, ma in netto calo (1200/1300 m a sera), sui crinali di confine, mentre le infiltrazioni fredde porteranno temporali e rovesci sul Triveneto, soprattutto sui settori alpini e prealpini e nel Friuli-Venezia Giulia. Foehn sul nordovest, dove le massime saliranno. Tempo buono, a parte i cumuli sui rilievi, e piuttosto caldo al centro.

Nel dettaglio prevediamo al nord nuvoloso su Triveneto ed Emilia, con possibili rovesci e temporali pomeridiani, meno probabili su quest’ultima. Sereno o poco nuvoloso altrove, con tendenza allo sviluppo di nubi imponenti sull’Appennino ligure e sulle Alpi Marittime con isolati temporali. Migliora in serata su Veneto, Friuli e Trentino. Temperature in calo sulle regioni orientali, stazionarie o in lieve aumento altrove. Venti forti da N in montagna.
Al centro nubi al mattino sulla Sardegna, con residue precipitazioni sul cagliaritano, ma con rapido miglioramento, poco nuvoloso altrove. Nel pomeriggio sviluppo di cumulonembi sui rilievi con focolai temporaleschi localmente in estensione ai litorali prima di sera. Temperature senza grosse variazioni sulla parte peninsulare, in aumento le massime in Sardegna. Vento moderato da NW sul Tirreno.
Su Sicilia e Calabria, soprattutto tirrenica, tempo piuttosto perturbato con piogge frequenti e qualche temporale. Fenomeni intensi in Sicilia. Nuvoloso su Basilicata e Salento con qualche pioggia. Poco nuvoloso altrove con acquazzoni pomeridiani sull’Appennino in propagazione alle coste della Campania nel tardo pomeriggio. Temperature stazionarie.

Domenica 25 aprile il nucleo freddo valicherà le Alpi, riuscendo in parte ad aggirarle portando l’aria fredda anche dalla porta della bora. Il calo termico ci sarà su tutte le regioni, ma soprattutto in montagna (venti moderati, anche forti da nord/nordest sulle Alpi) e sulle regioni dell’alto e medio Adriatico, oltre che nelle zone interessate da precipitazioni. Modesta discesa dei termometri sulle pianure e nelle valli del NW, dove vi sarà ancora foehn, tuttavia in attenuazione e rotazione a tramontana; bora sul triestino. Complessa la localizzazione dei fenomeni, stante la prevalenza di quelli collegati all’instabilità. Probabili precipitazioni più diffuse e persistenti sulle regioni centrali, e in seguito meridionali, adriatiche, sulla Sardegna orientale, l’Appennino tutto (ma inizialmente solo il settore centro-settentrionale) e la regione alpina centro-orientale (neve oltre i 1100 metri, soprattutto sui crinali di confine).
Il tempo migliore, e non freddo malgrado l’abbassamento delle temperature in quota, sarà sulle coste liguri e dell’alta Toscana, per l’effetto favonico della tramontana. Sull’Appennino centro-settentrionale e sulle Alpi orientali la quota neve nei rovesci potrà scendere anche sotto i 1100 metri. Miglioramento sulle centrali adriatiche nel pomeriggio, soprattutto sul settore umbro-marchigiano.

Lunedì 26 il coricamento dell’anticiclone lungo i paralleli nella Russia favorirà ancor più la rotazione a nordest delle correnti dirette sull’Italia, che continueranno ad alimentare una circolazione depressionaria a questo punto molto estesa fra il nostro sud e l’Egeo. Ma non pensiamo a burian invernale: il sole a fine aprile scalda bene le pianure dell’Europa dell’est e l’aria, pur fredda in origine, arriverà mitigata sul nostro paese. Non mancherà qualche pioggia su centrali adriatiche e sud e qualche debole nevicata in montagna (Appennino centro-meridionale) a quote non alte per il periodo e non sono da escludere gelate tardive, pericolose, a bassa quota dove le notti saranno serene e vi sarà poco vento.

DOVE ANDIAMO
In Lombardia, a parte Milano, Brescia è la prima città per popolazione e rilievo economico. “Cava ferro” dalle sue alte montagne” ne diceva nel ‘500 il mantovano Teofilo Folengo che vi era stato benedettino. Già allora l’antica tradizione metallurgica alimentava le fabbriche d’armi della bassa Val Trompia e tuttora ha parte importante nell’assetto industriale. Sta tra la pianura e le Prealpi, vasta, moderna, ma con notissimi e preziosi monumenti e collezioni artistiche.

In questo fine settimana il tempo non sarà affatto male, con giornate in prevalenza soleggiate e piacevolmente “mosse”, con bassa umidità. Più nubi sabato pomeriggio, quando non è da escludere che qualcuno dei temporali che si svilupperanno sui monti possa interessare brevemente la città. Vento da nord sabato, da nordest domenica. Temperature minime e massime 10°/20°C sabato, 7°/18°C domenica.

Nella parte centrale della città un perimetro di viali rozzamente rettangolari rivela la discendenza da una cinta muraria. All’interno l’andamento delle vie è in prevalenza a reticolo ortogonale, con l’eccezione dell’asse viario sbieco di Corso Martiri della Libertà a sudovest e del colle incastellato a nordest. Il Castello è il sito dell’insediamento originario, forse di Liguri (VI-V sec. a.C.).

Dopo il periodo romano della piccola Brixia, vi fu un ampliamento longobardo e quello comunale del secolo XII. Seguirono dominazioni esterne (fra cui Scaligeri e Visconti) e un lungo periodo veneziano (1428-1796) in cui la città crebbe parecchio, salvo il temporaneo crollo della popolazione con la peste del 1630.

Tre piazze segnano la città: Piazza Paolo VI, già del Duomo, è il centro religioso e serba il ricordo del comune nel Broletto, Piazza della Loggia è il centro della Brescia veneta, Piazza della Vittoria, novecentesca, aperta demolendo un quartiere antico, è il centro moderno.

Specialità bresciane sono le minestre: le mariconde, i brofadei (cubetti di farina di frumento e granturco), i casonsei (ravioli simili a quelli bergamaschi), la minestra sporca (o riso alla pitocca). Fra i secondi il manzo all’olio e il brasato al Botticino. Due sono le principali zone viticole: la riviera del Garda e le colline (anfiteatro morenico dell’Iseo e Franciacorta). Sono Doc della prima zona il bianco Lugana e il Riviera del Garda Bresciano, nelle varietà bianco, chiaretto, spumante rosato, rosso), della seconda i rossi Botticino, Franciacorta Rosso, Capriano del Colle e i bianchi Franciacorta Bianco e Capriano del Colle Trebbiano. Pregiati gli spumanti di Franciacorta.

Il moderno centro è Piazza della Vittoria, realizzata nel 1932 su progetto di Marcello Piacentini. Passando per la chiesa di Sant’Agata si giunge in breve da questa piazza moderna alla Piazza della Loggia, che forma un vasto ed armonioso complesso, cinta com’è di edifici di carattere veneto. Il lato sud della piazza è definito dal Palazzo del Monte di Pietà, composto da due edifici simili collegati da un arco passante con edicola. La piazza è dominata dalla Loggia, di fronte alla quale è un palazzo del ‘500 a portici, con Torre dell’Orologio, ai cui piedi è la stele che ricorda l’attentato del 1974.

La Loggia, oggi Palazzo del Comune, fu eretta nel 1492-1574 come sede del Consiglio dell’aristocrazia cittadina. Ha pianterreno in parte a portico, aperto da ampie arcate, e piano superiore cui concorsero Sansovino, Alessi e Palladio, ma il disegno definitivo si deve al Beretta. Sopra l’attico si incurva il caratteristico tetto a carena.

Ancora poche decine di metri e siamo a Piazza Paolo VI, ornata di due fontane del ‘700, su cui sorgono il Duomo Vecchio (o Rotonda), il Duomo Nuovo e il Broletto. La Rotonda è il massimo monumento romanico della città, eretto nel sec.XI su una precedente basilica e si presenta con un corpo a pianta circolare, sormontato da un tamburo cilindrico, mentre il Duomo Nuovo ha richiesto tre secoli per la costruzione (iniziata nel 1604). Il Broletto è uno dei più notevoli palazzi comunali lombardi, eretto nel 1223-98 in forme romanico gotiche, con successive aggiunte e restauri. L’accompagna la Torre del Popolo, risalente al primo palazzo comunale (sec.XI).

Anche il Castello sul colle Cidneo risale al periodo comunale, ma è stato rimaneggiato nel ‘500. Ospita il Museo del Risorgimento, mentre l’area circostante è sistemata a parco pubblico.

Nella via dei Musei, dove questa si apre nella Piazza del Foro, da vedere i resti del Tempio Capitolino, eretto nel 73 sotto Vespasiano, e del Teatro Romano, più tardo del tempio, parzialmente coperto da costruzioni successive. Spostandosi verso la parte sud del centro incontriamo poi alcune chiese interessanti, in particolare Santa Maria di Calchera e Ss.Nazario e Celso (quest’ultima ospita Annunciazione e Santi, capolavoro giovanile di Tiziano)

La Pinacoteca Tosio Martinengo si chiama così dal nobile Paolo Tosio, che donò alla città la sua collezione di pitture, nucleo originario della raccolta d’arte, e da Leopardo Martinengo che invece donò il palazzo che la contiene. Ospita opere soprattutto di artisti bresciani e veneti, in cui spiccano un polittico di Paolo Veneziano, cinque tele, tutte con Adorazione del Bambino, del Lotto e un Cristo Benedicente di Raffaello.

Con il bel tempo merita salire al Monte Maddalena, m 875, per 7 km di strada panoramica tra ville e giardini. Dall’alto, vista notevole su Prealpi, Lago di Garda e pianura. E proprio nella pianura, verso Cremona, a Verolanuova si coglie ancora l’ambizione dei Gambara (feudatari della regione) di affermare la loro autonomia da Brescia e Venezia, trasformando la cittadina in piccola capitale e facendo venire il Tiepolo a dipingere la Caduta della Manna e il Sacrificio di Melchisedec nella Parrocchiale di San Lorenzo, oltre che facendo affrescare fastosamente il loro Palazzo che si affaccia, separato da un fossato, sulla centrale Piazza della Libertà.

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