Abbiamo ormai appurato che il colpo di coda invernale ci sarà nel corso della prossima settimana, con massimi effetti fra giovedì e sabato allorquando l’irruzione artica sfonderà verso l’Italia prima dalla Valle del Rodano ma poi anche dal lato orientale lungo l’Adriatico: andranno ovviamente valutati per bene i dettagli riguardo disposizione dei minimi barici e contestuale distribuzione delle precipitazioni e della quota neve. Quel che interessa è capire anche se la fase fredda artica potrà risultare duratura? La risposta è negativa e quindi si può dire che l’irruzione artica sarà abbastanza fugace (per quanto importante e con effetti su tutta la Penisola), come di norma accade negli episodi freddi marzolini.
La tendenza a 7-10 giorni mostra l’inizio di una nuova fase, con probabile inserimento di un promontorio anticiclonico mite che potrebbe insediarsi sul Mediterraneo. Questa dinamica verrà incentivata da una ripresa della zonalità medio – alta (si noti la mappa in basso che è ottenuta da una media fra i principali modelli, incentrata per il prossimo 18 marzo). Per farla breve, è lecito attendersi un repentino aumento delle temperature che si riporteranno oltre la norma già sul finire della seconda decade del mese. Non si andrà incontro ad una stabilità assoluta, in quanto ammassi perturbati atlantici potrebbero lambire a tratti l’Italia, coinvolgendo maggiormente il Nord e localmente le regioni centrali.