L’Europa si trova ancora letteralmente spaccata a metà su due fronti contrapposti: una circolazione di bassa pressione estesa dal Nord Atlantico alla Penisola Scandinava, mentre più a sud agisce un promontorio anticiclonico d’estrazione africana. Si osserva anche un’area instabile legata ad un vortice sull’Atlantico Portoghese, che apporta maggiore nuvolosità sulla Penisola Iberica ed è responsabile dello spostamento verso levante della campana anticiclonica, che ora colpisce più direttamente l’Italia. Si sono invece attenuate le condizioni d’instabilità tra la Grecia ed i Balcani, in considerazione dello spostamento di una goccia fredda, ulteriormente indebolita, verso la Turchia.
Lo scenario continentale è pertanto conteso fra questi attori principali e lo scontro fra masse d’aria dalle caratteristiche così diverse innesca condizioni di forte instabilità sull’area di contatto fra le diverse figure bariche. Trattandosi di una situazione barica bloccata su un medesimo binario da diversi giorni, non solo oggi stiamo verificando la facilità con cui si formano vaste celle temporalesche appena a nord delle Alpi.
L’immagine del Satellite fotografa molto bene questa situazione e mette in evidenza i temporali, al momento presenti soprattutto su parte dell’Europa Centro-Orientale ed in particolare sul sud della Germania, sull’Austria, sulla Repubblica Ceca e sulla Polonia. La colonna d’aria particolarmente instabile determina l’allargamento di questi temporali, associati anche a grandinate e forti colpi di vento. La presenza di masse d’aria caldo-umida nei bassi strati si scontra con i refoli d’aria fresca atlantica in quota e questo concede libero sfogo all’instabilità, in particolare in queste ore più calde pomeridiane con gli ulteriori effetti derivanti dal riscaldamento solare e dal calore immagazzinato sulla terraferma.
L’alta pressione occupa invece stabilmente il cuore del Mediterraneo, come ormai sta accadendo ininterrottamente dall’inizio della settimana. Facendo attenzione all’immagine del Satellite, notiamo la presenza di temporali anche sui nostri settori alpini del versante orientale, fra l’Alto Adige e le Alpi Carniche. Si tratta di celle temporalesche collegate alla linea di sviluppo frontale presente a nord delle Alpi, ma che non riescono a sfondare più a sud, a causa del flusso sud/occidentale in quota. Non mancano tuttavia fenomeni di forte intensità, per l’energia messa in gioco dal forte riscaldamento e dall’aria molto umida in risalita dai pendii alpini.
La guardia anticiclonica si fa anche sfuggire banchi di nubi insignificanti, che rendono il cielo in parte velato, a tratti, su alcune aree del Centro-Nord. Le velature sono più presenti tra il Levante Ligure, l’Emilia Romagna, la Toscana, l’Umbria e le Marche. Da segnalare poi nubi basse, soprattutto nelle ore più fresche della giornata, su talune zone costiere (quest’oggi in particolare in Liguria e sul Veneto), per via della massa d’aria calda che arriva facilmente alla saturazione scorrendo su una superficie marina ancora piuttosto fresca, accentuando lo strato d’inversione termica.
Provando ad osservare le temperature massime, ci accorgiamo immediatamente come le velature non hanno certo impedito la forte risalita diurna delle colonnine di mercurio. Rispetto alla giornata d’ieri segnaliamo un atteso aumento, causato dal maggiore apporto d’aria molto calda dall’Algeria per lo spostamento dell’asse della cupola anticiclonica proprio sul nostro Paese. Fra i valori più alti odierni segnaliamo i 34 gradi di Pescara ed i 33 gradi, in parte causati da effetti favonici (correnti in discesa dall’Appennino). Cornice termica estiva un po’ su tutto il Paese e solamente le zone costiere che beneficiano delle brezze, oltre ai rilievi montuosi, si tengono ben lontani dai 30 gradi.