La tempesta tropicale Sebastien sta rendendo la vita estremamente complicata tanto ai modelli matematici di previsione, quando ai previsori stessi. Nelle ultime ore è iniziato il processo extra-tropicale ma se inizialmente si pensava a un indebolimento del ciclone, gli ultimissimi aggiornamenti prospettano un’intensificazione nell’arco di qualche giorno. Significa che quella che sembrava una minaccia scongiurata potrebbe realmente concretizzarsi.
Sebastien, quest’anno, è sicuramente una delle tempeste più difficili da prevedere; inizialmente sembrava avere il potenziale per diventare un uragano, poi no. A quel punto si poteva ipotizzare la transizione in un intenso ciclone extra-tropicale, invece no perché stava per dissolversi. Poi, quasi senza preavviso, ha improvvisamente ripreso vigore e si dirige minacciosamente verso l’Europa.
Gli ultimi aggiornamenti modellistici vedono un rapido approfondimento e intensificazione con evoluzione della struttura verso un forte ciclone extra-tropicale. Ciclone che dovrebbe iniziare a muoversi velocemente verso l’Europa occidentale fin dalla giornata di martedì. A questo punto le probabilità che raggiunga il vecchio continente sono davvero alte, difatti i principali centri meteorologici europei si aspettano una violenta tempesta tra le Isole britanniche e la Francia nord-occidentale.
Sulla base dell’ultima analisi satellitare ADT (Advanced Dvorak Technique), Sebastien sta generando venti a 45-50 nodi e e la pressione (l’ultima rilevazione la dava a 988 mbar) sta continuando a diminuire. Possiamo tranquillamente affermare che Sebastien sta diventando un vero e proprio ciclone extra-tropicale.
Sebbene due tra i più importanti modelli matematici in circolazione (GFS ed ECMWF) indichino lo sviluppo di un nucleo freddo, altri modelli la vedono all’opposto ossia il ciclone potrebbe mantenere un nucleo caldo ed essere assimilabile all’ex uragano Ophelia nel 2017. Nel frattempo durante la notte ha causato forti piogge, vento e mareggiate nelle Isole Azzorre.
La domanda che ci si pone, a questo punto, è se potrà avere ripercussioni anche sulle condizioni meteo dell’Europa centro meridionale, ivi compreso il Mediterraneo. Risposta che arriverà soltanto domani, martedì appunto, quando con ogni probabilità i modelli matematici saranno riusciti a inquadrare meglio l’evoluzione.