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Tempesta nel Midwest: forte vento, pioggia intensa, barometri a picco e infine neve. Giappone: prima neve a Sapporo, Chaba minaccia anche Tokyo

di Giovanni Staiano
28 Ott 2010 - 08:10
in Senza categoria
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Nella prima immagine, la campagna innevata di Canosia, in Minnesota, al mattino di mercoledì 27 ottobre. La seconda immagine ci mostra il tifone Chaba visto da satellite alle 20.30 GMT di mercoledì 27 ottobre. Fonte immagini www.wunderground.com e www.jma.go.jp
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Una tempesta di forte vento con raffiche fino a 81 miglia orarie (130 km/h) ha investito il Midwest degli Stati Uniti martedì 26 ottobre, sradicando alberi, abbattendo linee elettriche, strappando tetti, ritardando i voli e inzuppando i pendolari ingobbiti sotto gli ombrelli sgualciti. Esteso dai due Dakota ai Grandi Laghi orientali, il sistema perturbato insolitamente potente ha stupito i meteorologi a causa delle sue dimensioni e delle caratteristiche bariche simili a un uragano di categoria 3, ma con molto meno potere distruttivo. I meteorologi hanno detto che la tempesta aveva le caratteristiche dei blizzard nevosi tipici della stagione fredda nella regione, ma senza la neve. “Se fosse più freddo, avremmo avuto una bufera di neve con questa perturbazione”, ha detto David Imy, del National Oceanic and Atmospheric Administration’s Storm Prediction Center a Norman, Oklahoma, ma le temperature sono state intorno ai 12°/15°C invece che sotto gli 0°C.

Il National Weather Service ha dichiarato che la pressione minima registrata martedì è stata la più bassa mai misurata in una tempesta extra-tropicale nel territorio degli Stati Uniti. Alle 17.13 locali, il barometro è sceso a 955 hpa a Big Fork, Minnesota. La pressione è scesa sotto ai livelli registrati nel blizzard del 1978, nella “tempesta del secolo” del marzo 1993 o in quella del novembre 1975 che affondò la nave Edmund Fitzgerald. In assoluto, però, il minimo (tornadoes e sistemi tropicali esclusi) è il 926,2 hpa registrato nel 1924 a St.Paul, Alaska. La tempesta è arrivata dal Pacifico settentrionale, sospinta dalla forza di una corrente a getto che è circa un terzo più forte del normale per questo periodo dell’anno, secondo Imy. Appena il sistema si è spostato nel cuore della nazione, ne ha ricavato l’aria calda necessaria per alimentare i temporali. Poi il vento si è intensificato e si sono formati tornadoes. Martedì mattina, venti sostenuti a 35/40 mph (56-65 km/h), con valori molto più elevati nelle raffiche, soffiavano in numerosi stati del Midwest. Una raffica di 81 mph è stata registrata a Butlerville, Ohio, e una di 80 mph a Greenfield, Indiana, secondo la NOAA. A un certo punto, oltre 145.000 case e attività commerciali erano senza corrente tra Wisconsin, Indiana, Illinois, Ohio e la zona di St. Louis. La tempesta si è diretta verso la costa orientale nel tardo pomeriggio, con i venti in calo. Un tornado ha interessato la Racine County, nel Wisconsin, dove sono rimaste ferite due persone quando una parte del tetto è stata divelta in una fabbrica di trattori, e la Van Wert County, Ohio, vicino al confine con l’Indiana. Un tornado ha toccato Peotone, Illinois, dove sono rimaste ferite tre persone, quando il tetto di una casa è stato divelto, altri probabili tornadoes sono stati segnalati in altri stati. Circa 500 voli sono stati cancellati e altri ritardati all’O’Hare Airport, importantissimo hub per le compagnie aeree americane e del Regno Unito. Le tempeste hanno anche interrotto i voli a Cincinnati, Indianapolis e Minneapolis.

Al seguito della depressione è affluita aria fredda, con crollo termico e arrivo della neve nei Dakota e in Minnesota. Mercoledì è nevicato, tra le altre località, a Minneapolis, International Falls, Duluth, Fargo, Williston, Bismarck, Huron, Sioux Falls, Aberdeen e Billings. I 74 mm di precipitazione, prima piovosa poi nevosa, registrati a Duluth tra le 6 GMT di martedì e la stessa ora di mercoledì hanno portato uno strato di 5 cm di neve al suolo, diventati 9 cm dopo altre 12 ore con 6 mm di precipitazione nevosa. A Duluth, alle 12 di martedì si registravano 12°C con pioggia, solo 6 ore dopo il termometro era a 2°C con neve.

Lunedì 25 ottobre ancora gran caldo nell’Africa Australe, in Zambia si e tornati nei giorni scorsi a 40°C (40,0°C a Livingstone venerdì 22 ottobre, record 41,1°C), ma ha fatto molto caldo anche tra Sudafrica nordorientale, Mozambico e Zimbabwe. 44,1°C a Skukuza (Sudafrica), 42,0°C a Kariba (Zimbabwe) e Komatidraai (Sudafrica), 41,1°C a Maputo (per i venti di caduta) e Caia (Mozambico), 41,0°C a Buffalo Range e West Nicholson (Zimbabwe), 40,4°C a Beithbridge (Zimbabwe) e Pandamatenga (Botswana), 34,4°C ad Harare, capitale dello Zimbabwe, a 1479 m (record 35,3°C).

Martedì ennesima giornata calda in Zimbabwe, Zambia e Mozambico e nordest del Sudafrica. 44,7°C a Skukuza, 42,0°C a Caia e Komatidraai, 40,5°C a Sua-Pan (Botswana), 40,4°C a Pandamatenga, 40,2°C a Phalaborwa (Sudafrica), 40,0°C a Livingstone e Mfuwe (Zambia, Mfuwe detiene il record nazionale con 42,4°C). 33,6°C ad Harare, che ha fallito ancora una volta l’attacco al suo record assoluto.

Forte vento da NW (quindi dalla Jacuzia) martedì a Hokkaido, l’isola più settentrionale del Giappone, e temperatura che è precipitata fino a causare la prima neve a bassa quota. Nevischio e a tratti neve mista a pioggia visto anche a Sapporo, evento raro in ottobre, con un totale di 65 mm di precipitazione tra le 18 GMT di lunedì e la stessa ora di martedì, con temperatura minima 0,4°C. 77 mm a Otaru, anche qui con alternanza tra neve, pioggia e mista. Mercoledì a Sapporo è nevicato e alle 18 GMT c’erano 7 cm di neve al suolo.

Rimaniamo in Giappone, dove il tifone Chaba minaccia le isole Ryukyu, situate a sud dell’arcipelago. Alle 12 GMT di mercoledì 27 ottobre, il tifone era un “categoria 3”, centrato a 22,4°N 128,0°E, a sud delle Ryukyu, accompagnato da venti sostenuti fino a 200 km/h. Chaba, in movimento verso nord/nordest, dovrebbe transitare molto vicino alle Ryukyu, interessandole con piogge intense e forti venti, per poi piegare più decisamente verso nordest, lungo una traiettoria che lo porterebbe a passare parallelo alle coste meridionali di Kyushu e Shikoku, indebolito a “categoria 1”, per poi fare landfall su Honshu come tropical storm intorno alle 12 GMT di sabato, tra Kyoto e Tokyo, più vicino alla prima. Tra le 18 GMT di martedì e la stessa ora di mercoledì, nelle Ryukyu, 85 mm a Minamidatojima, 35 a Nago.

Ancora piogge torrenziali in Vietnam centrale. Tra le 18 GMT di martedì e la stessa ora di giovedì, 108 mm a Quy Nhon, 71 a Hue.

Martedì 26 ottobre, Ojmjakon è scesa fino a -38,2°C, mentre Tompo si è fermata a -34,4°C. La Jacuzia, la gelida regione siberiana dove si trovano i “poli del freddo” dell’emisfero boreale, tiene fede alla sua fama, anche se la “gemella” di Ojmjakon, ovvero Verhojansk, si è fermata a “soli” -22,1°C (con neve, ma il manto non supera i 2 cm). Mercoledì, Tompo ha battuto Ojmjakon, con minima -34,9°C contro -32,4°C.

Non molla il gran caldo in Medio Oriente. Martedì 26 ottobre, in Arabia Saudita, La Mecca 43,2°C, Yenbo 40,5°C, Jeddah 40,0°C, Al Ahsa 38,8°C. In Kuwait, Sulaibiya39,3°C, Mitribah 38,9°C, Jahra 38,6°C, Warba 38,5°C, Minagish 38,0°C, Kuwait Airport 37,8°C. In Iran, Abadan 37,8°C, Ahwaz 37,0°C. Gli scostamenti dalle medie di ottobre (La Mecca 39,8°C, Jeddah 36,4°C, Kuwait 35,3°C, Abadan 35,7°C) sono ancora più significativi considerando che siamo nella terza decade del mese, le cui medie sono di un paio di gradi inferiori a quelle mensili.

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