Fortissimi venti dai quadranti occidentali giovedì 8 dicembre su buona parte del territorio britannico, in particolare nella parte nord dell’isola, con autentiche bufere che hanno creato non pochi problemi nei trasporti aerei (alle 17 erano 37 i voli cancellati a Glasgow, 21 a Edimburgo), stradali, ferroviari e marittimi. Chiuse quasi tutte le scuole, chiusa l’Università a Glasgow, mentre le autorità hanno consigliato ai residenti di rimanere nelle case per la loro sicurezza. La violenza del vento è stata tale che la turbina di una pala eolica ha preso fuoco in modo spettacolare ad Ardrossan, nel nord Ayrshire. Un’altra turbina è stata abbattuta presso Coldingham. Molti anche i black out elettrici, che hanno interessato almeno 30000 utenze. Si tratta della peggiore tempesta da almeno 15 anni.
Tra nord dell’Irlanda, Scozia e Inghilterra settentrionale sono stati registrati venti con intensità da uragano, con raffiche fino a oltre 180 km/h a bassa quota. Alcuni valori di velocità massime nelle raffiche: Glen Ogle 183 km/h, Tulloch Bridge 169, Tiree 146, Inverbervie 143, South Uist Range 137, Stornoway e Machriahnish 130, Skye/Lusa e Sule Skerry 128, Loch Glascarnoch 126, Leuchars 122, Glasgow/Prestwick 120. In Irlanda, raffiche fino a 144 km/h a Malin Head. Sui rilievi delle Highlands scozzesi e del nord dell’Inghilterra, i venti sostenuti da SW hanno toccato intensità di 140-150 km/h, con picchi di oltre 160 km/h in alcune aree, mentre le raffiche hanno superato i 200 km/h: Cairngorm 265 km/h, Aonach Mor 220, Cairnwell 184, Great Dun Fell (Pennini) 172. Si tratta di valori da uragano di categoria 2 della scala Saffir-Simpson. I 265 km/h misurati al Cairngorm (m 1245) non sono lontani dal record della stazione, i 278 km/h misurati il 20 marzo 1986. Venti molto forti, per buona parte della giornata ancora da ESE (l’arcipelago si trovava ancora a est del minimo depressionario), hanno interessato anche l’arcipelago delle Orcadi, dove si sono abbattute raffiche sui 110-120 km/h. Furiose mareggiate, con onde alte fino a 9 metri, hanno flagellato le coste occidentali di Scozia, Irlanda e Inghilterra settentrionale. Danni in alcuni villaggi costieri alle isole Ebridi.
Con il graduale spostamento verso levante del profondissimo ciclone extratropicale, con minimo di 956 hpa, l’aria fredda post-frontale, in discesa dalle latitudini sub-polari, ha investito in pieno, nella seconda parte di giovedì, la Scozia e il nord dell’Inghilterra, apportando nevicate, localmente anche copiose, al di sopra dei 4-500 metri, ma nelle zone più settentrionali della Scozia anche a quote più basse. Si tratta di aria artico-marittima molto fredda in quota, accompagnata dalla classica “nuvolosità a ciottoli”, caratterizzata da nubi a sviluppo verticale, che portano rovesci ad intermittenza a prevalente carattere nevoso anche a bassa quota. I rilievi scozzesi giocano un ruolo fondamentale bloccando la nuvolosità proveniente dall’Atlantico e favorendo persistenti precipitazioni nevose da stau sino a quote collinari.
In questo giorno dell’Immacolata si sono verificate così nevicate consistenti fra le Highlands e i monti Grampiani, con carattere di tormenta, accompagnate dalla tempesta di vento da W-WNW che ha seguito la profondissima depressione di cui sopra, in fase di allontanamento nella seconda parte della giornata verso il mare del Nord. In alcune aree la neve è caduta accompagnata da vento a 120-130 km/h. In alcune località della Scozia nord-occidentale durante le bufere di neve la visibilità orizzontale è stata praticamente azzerata. La tendenza è ad un ulteriore abbassamento della quota neve fino al livello del mare, con calo dell’intensità del vento man mano che la depressione si allontanerà sul mar del Nord. Rovesci di neve e/o graupel saranno probabili anche venerdì 9 in Scozia. Tra le 18 GMT di mercoledì e la stessa ora di giovedì, 58 mm di pioggia a Loch Glascarnoch (m 265, 53 mm tra le 6 e le 18 GMT di giovedì, pioggia mista a neve dalle 17), 49 a Tulloch Bridge (36 dalle 6 alle 18 GMT), 40 a Skye/Lusa (26 dalle 6 alle 18 GMT),