La capitale cinese è stata colpita dalla prima tempesta di sabbia dell’anno: in pochi minuti il cielo è stato oscurato da una nube giallastra, spinta sulla città da venti decisamente sostenuti. Agli abitanti della città, già oppressi da una fitta cappa di inquinamento, non è restato altro che trovare un riparo o indossare mascherine. La scarsa visibilità ha portato alla cancellazione di 14 voli nell’aeroporto di Pechino, 10 di questi internazionali. A seguito di questa tempesta, proveniente dalla Mongolia, l’inquinamento nell’area di Pechino è tornato a crescere costituendo un grave pericolo per la salute.Il problema è soprattutto legato all’elevata concentrazione di particelle di diametro inferiore ai 2,5 micrometri, particolarmente dannose perché possono filtrare nei polmoni e nel flusso sanguigno.
Gli alti livelli di inquinamento registrati di recente nelle maggiori città cinesi preoccupano popolazione e autorità, le quali sembrano aver l’intenzione d’applicare un’imposta sulle emissioni di diossido di carbonio per ridurre il fenomeno. Ricordiamo che agli inizi del 2013, Pechino ha avuto i peggiori livelli di inquinamento atmosferico nella sua storia. Le tempeste di polvere asiatiche (chiamate anche vento giallo o tempeste di polvere della Cina) sono un fenomeno meteorologico stagionale che colpisce sporadicamente gran parte dell’Asia Orientale durante i mesi primaverili. La polvere si origina nei deserti della Mongolia ed in quelli della Cina e del nord Kazakistan, dove venti superficiali ad alta velocità sollevano dense nuvole di sottili particelle di suolo arido.