Un parametro importante per la definizione del riscaldamento oceanico è costituito dalle anomalie nel contenuto di calore oceanico, misurato in GJ/metro quadro, e a livello globale che viene calcolato a partire dal lontano 1955.
Il riscaldamento intervenuto a partire dagli anni Ottanta è stato netto, come si può osservare sul grafico relativo.
Considerando a 0,0 GJ/m2 l’anomalia media degli ultimi 55 anni, notiamo come tali anomalie siano state tutte negative nel trentennio tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta, che fu, come sappiamo, un periodo di raffreddamento con breve avanzata glaciale.
Le temperature oceaniche iniziarono ad innalzarsi lievemente a partire dagli anni Ottanta, per poi risalire rapidissimamente negli anni successivi.
Le anomali massime sono state raggiunte tra gli anni 2003 e 2008, quando hanno raggiunto i +3,5 GJ/m2, ma, a partire da quest’anno, stiamo osservando per la prima volta una discesa di questa anomalia, che attualmente (dato aggiornato al mese di Giugno di quest’anno), è tornato ai livelli del 2002.
Scomponendo i dati nelle varie porzioni dell’Oceano, notiamo come il riscaldamento sia tuttora massimo negli Oceani meridionali, ed in particolare sul settore Sud Pacifico, con una evidenza piuttosto netta dell’influenza del ciclo Nino – Nina su tale sezione oceanica.
I due Oceani che, invece, mostrano un netto calo dell’anomalia di flusso di calore sono l’Oceano Indiano (dopo il picco massimo assoluto raggiunto a fine 2008), e l’Oceano Artico, dove il calo è iniziato da alcuni anni, tornando ad anomalie negative per la prima volta dall’anno 1997.
Sappiamo tutti come la quantità di calore presente sugli Oceani influenza in modo determinante le temperature globali, in quanto occupano due terzi della superficie terrestre, e, di fatto, il grafico dell’andamento del contenuto di calore oceanico procede verso l’alto esattamente come prevede il Global Warming… tranne che per gli ultimi mesi, un periodo però ancora troppo breve per trarre conclusioni.
E’ infatti presto per dire se si tratta di un temporaneo calo o di una vera e propria inversione di tendenza in grado di influenzare anche l’andamento del Global Warming, portandolo ad una parziale attenuazione.
Bibliografia
“Global ocean heat content 1955-2008 in light of recently revealed instrumentation problems”:GEOPHYSICAL RESEARCH LETTERS, VOL. 36, L07608, doi:10.1029/2008GL037155, 2009